Picchiato da un automobilista rischiò di perdere l’occhio: nuovo arresto per l’aggressione sul Lungotevere

Massacrato di botte dopo una lite per futili motivi: nell'auto dell'aggressore c'era un secondo 20enne ora indagato

Immagine non collegata ai fatti

Era iniziata come una lite per futili motivi tra due automobilisti che si erano incrociati sul Lungotevere delle Armi. Poi un raptus di violenza aveva preso il sopravvento scatenando la furia di uno dei conducenti, sceso dall’auto per scagliarsi contro l’altro automobilista: il nipote di Bud Spencer Alessandro Pedersoli.

Al giovane travolto da una violenza inaudita, sono stati rotti i denti e devastato un occhio, salvato solo grazie ad un intervento chirurgico d’urgenza per la grave frattura del pavimento oculare.

Massacrato di botte dopo una lite per futili motivi: nell’auto dell’aggressore c’era un secondo 20enne ora indagato

A novembre dello scorso anno, il Lungotevere delle Armi è stato lo scenario di un episodio di violenza inaudita contro un automobilista, massacrato di botte dal conducente di un altro veicolo, a seguito di una lite per futili motivi.

Un incidente sfiorato forse, per una questione di precedenza. Ma si era risolto al meglio, senza danni a persone e veicoli, e che con un po’ di civiltà, poteva chiudersi lì.

Invece, quanto di peggio ci si potrebbe aspettare in circostanze simili è avvenuto sotto gli increduli delle persone di passaggio. Il 21enne è uscito dall’auto e ha raggiunto la vittima iniziando a picchiarlo fino a quando al giovane non sono saltati tre denti ed i pugni non gli hanno devastato un occhio.

L’aggressore poi si era dato alla fuga, e ci sono voluti quattro mesi di indagini da parte degli investigatori del commissariato Prati, con il Distretto di Ostia e il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Pomezia, per risalire prima alla targa dell’auto presa a noleggio, e poi al cliente un 21enne residente a Pomezia.

Dopo il suo arresto il 1 aprile scorso, le attività d’indagini proseguite sul caso, hanno consentite di scoprire che un secondo uomo aveva partecipato all’aggressione

E’ un 20enne romano che quella notte all’interno dell’auto guidata dall’altro indagato, aveva innescato e fomentato con minacce e insulti l’aggressione ai danni della vittima.

Ora si trova agli arresti domiciliari con il presidio del braccialetto elettronico, ma intanto, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, è da considerarsi presunto innocente fino a un definitivo accertamento di colpevolezza.