Roma, Mary investita e uccisa mentre andava al lavoro: chiesti 4 anni per il pirata della strada

Il pirata della strada era stato rintracciato e arrestato una settimana dopo l'investimento mortale: ora la richiesta di condanna

Mary Grace Catubay Duque, la centralinista 42enne uccisa dal pirata della strada

Meno di cinque anni per l’investimento mortale di un pedone con relativa fuga. La Procura ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi per il pirata della strada che il 27 settembre scorso ha ucciso a Largo Preneste la 42enne Mary Grace Catubay Duque.

Il pirata della strada era stato rintracciato e arrestato una settimana dopo l’investimento mortale: ora la richiesta di condanna

Una richiesta pena relativamente mite: l’imputato, un 31enne romano, con precedenti di polizia, ha scelto infatti di essere giudicato in abbreviato, il rito che prevede in caso di condanna un forte sconto di pena.

Da qui la richiesta di tre anni per il reato di omicidio stradale e di un anno e otto mesi per omissione di soccorso. Ora sarà il giudice a decidere la pena.

L’investimento stradale

Lei, centralinista, alle sei e mezzo del mattino, andava al lavoro; lui, il pirata sotto choc, dopo l’impatto è sceso dall’auto, ha gridato a squarciagola “chiamate l’ambulanza” e poi sopraffatto dalla paura è scappato via.

L’arresto una settimana dal terribile investimento. Mary morì dopo ventiquattro ore di agonia. La morte all’Umberto dopo il trasferimento in condizioni disperate dal Vannini.

La tragedia

Una Fiat Panda l’aveva investita a tutta velocità mentre stava cominciando ad attraversare la strada. Chi era alla guida poi ha proseguito la sua corsa senza fermarsi a prestare soccorso. Anzi ha accelerato tanto che durante la fuga nel traffico ha urtato altri veicoli, compreso un taxi.

E’ dall’auto incidentata e abbandonata che gli uomini della Polizia Locale di Roma capitale sono risaliti al conducente.

Il vedovo di Mary, assistito dall’avvocato Carlo Martina, si è costituito parte civile nel procedimento e chiede giustizia.

L’imputato, difeso dagli avvocati Simonetta Galantucci e Matteo Gennarelli, ha poi riferito di non aver visto la donna. “Era vestita di scuro ed ha attraversato in un tratto poco illuminato e fuori dalle strisce pedonali. Non l’ho vista…Da quel momento non ho pace”.