Panico in una palazzina di Roma est: 20mila api stavano costruendo un enorme nido di cera 

Roma, 20mila api esploratrici scoperte nel sottotetto di un condominio. L'esperto: "Se stanno ferme a lungo per maltempo ecco cosa succede"

L'etologo nell'ultimo intervento in un condominio di Roma Est - foto dalla sua pagina facebook

Per le 20mila api ceraiole alla ricerca di una casa, il sottotetto di un condominio nel quartiere Don Bosco di Roma, era sembrato perfetto per ripararsi, soprattutto dai temporali degli ultimi giorni.

Ma quel nido che stava diventando sempre più grande aveva iniziato a farsi notare anche dall’inquilino dell’ultimo piano, che a breve non avrebbe più potuto aprire le finestre del suo appartamento.

Roma, 20mila api esploratrici scoperte nel sottotetto di un condominio. L’esperto: “Se stanno ferme a lungo per maltempo ecco cosa succede”

Sono state tutte aspirate e sono vive le api trovate ad albergare in queste ore nel sottotetto di un condominio nel quartiere Don Bosco a Roma, e che hanno fatto scattare ancora una volta l’SOS Andrea Lunerti.

E’ stato l’etologo reso ormai celebre dalla varie imprese di recupero di sciami tra Roma e dintorni, ad arrivare al volo per raccoglierle, appostandosi dal bagno dell’appartamento all’ultimo piano della palazzina, in corrispondenza dell’enorme nido di cera in costruzione: tre pesanti favi in sui si stavano rifugiando almeno 20mila api esploratrici.

Un rischio per tutti gli inquilini per vari motivi, il numero degli insetti in primis e poi anche l’altezza del nido, che se si fosse distaccato precipitando nel giardino condominiale avrebbe fatto schizzare fuori dal nido migliaia di api impazzite.

A spiegare il perché abbiano scelto quel posto di fortuna è proprio Lunerti: “Il maltempo di questo inizio maggio ha fatto arrivare le api esploratrici in questo punto evidentemente abbastanza riparato. Ferme da troppo tempo però hanno capito che le loro scorte stavano iniziando a finire, e così in preda al panico iniziano a costruire la cera. Da quel punto in poi il nido avrebbe potuto raddoppiare e in poco tempo arrivare ad ospitare anche 50mila insetti”.