La revoca del vecchio piano spiagge deciso dall'attuale giunta comunale, viene giudicato negativamente dall'opposizione e dal Movimento 5 Stelle
A Pomezia, a pochi giorni dall’avvio della stagione balneare, l’amministrazione ha revocato il vecchio piano spiagge, il cosiddetto PUA. Il documento era stato approvato nel 2022 dalla precedente giunta, guidata dall’ex sindaco Adriano Zuccalà.
Lo scorso 22 aprile il Consiglio Comunale, avvalendosi dello strumento dell’autotutela, ha di fatto annullato il piano.
Al riguardo è stato duro il commento del Movimento 5 Stelle che tuona, e la consigliera M5S Pomezia Luisa Navisse spiega chiaramente che questa decisione rappresenta “Un passo indietro di anni”.
“Si torna al 2018 – sottolinea la Navisse – un passo indietro di otto anni. Quello che noi abbiamo contestato in Consiglio Comunale è il fatto innanzitutto dell’utilizzo dello strumento dell’autotutela che non prevede insomma delle revoche dopo 24 mesi, salvo delle motivazioni valide che però in delibera non erano scritte e non sono state neanche date a voce durante il Consiglio Comunale.”
Proseguendo, la Navisse spiega quanto segue: “Noi avevamo modificato il PUA anche per adeguarlo alla normativa regionale che è stata aggiornata al 2019, quindi quello che ci chiediamo adesso è nel momento in cui si dovrà andare a rinnovare eventualmente le concessioni demaniali, quali saranno le regole che seguiranno, quindi quelle del PUA del 2018, o se andranno in conflitto con quelle della regione del 2019″.
La contestazione del Movimento 5 Stelle parte da alcuni presupposti: “Noi avevamo fatto la modifica per sistemare alcune cose, ad esempio lasciare come spiagge libere le zone che al momento sono non balneabili, che sono quelle vicine ai fossi, quindi come ogni anno c’è l’ordinanza di divieto di balneazione”. “Ai 30 metri intorno ai fossi e avevamo messo la possibilità di spostare l’area dei pescatori in una zona più adeguata. Tutto ciò adesso è stato annullato con questo strumento che noi riteniamo non valido e non sappiamo che cosa succederà”.
Cosa si sarebbe dovuto fare e come intervenire, la Navisse lo evidenzia, in conclusione, dicendo: “Ovviamente siamo incolpevoli di ritardo perché la stagione balneare è imminente e se veramente questo atto era così illegittimo o comunque viziato da qualche forma per arrivare ad utilizzare lo strumento dell’autotutela forse se ne dovevano occupare prima come minimo a gennaio per arrivare pronti alla stagione balneare”.
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Servizio di Giorgia Perla