Il destino dell’Auditorium del Mare è sospeso e il progetto giunto alla sua fase esecutiva rischia di restare sulla carta
Una delle tante cattedrali del deserto potrebbe aggiungersi all’infinito elenco dei progetti finanziati con i soldi pubblici ma mai realizzati nell’intera Penisola. Si tratta dell’Auditorium del Mare che la precedente amministrazione del comune di Fiumicino, a trazione centro sinistra, aveva destinato alla realizzazione di un polo di attrazione culturale capace di rivitalizzare l’intero territorio.
L’attuale maggioranza si tira indietro e i lavori di recupero della struttura, a suo tempo progettata dall’ingegner Morandi per ospitarvi una centrale elettrica Enel situata in via del Faro a Fiumicino e già acquisita dall’ente locale per 600mila euro, rischiano di diventare una chimera oltre che una fonte di un ulteriore dispendio di risorse statali dopo la loro improvvisa interruzione ormai risalente a un anno fa.
L’Auditorium è stato, infatti finanziato per 6 milioni di euro grazie a un bando ministeriale aggiudicato alla cittadina tirrenica anche tramite l’intervento della Città Metropolitana di Roma. Il progetto di recupero si inserisce in un più ampio ventaglio di opere di riqualificazione dell’intera zona su cui insiste l’ex centrale elettrica e con interventi di peculiare rilevanza anche su Villa Guglielmi per un importo complessivo di 11 milioni di euro, 6,5 dei quali erogati attraverso il bando delle periferie e i restanti stanziati dall’amministrazione locale.
La richiesta di definire un percorso che consenta di trasformare il progetto in realtà si è arenato nei giorni scorsi dopo che i consiglieri di maggioranza hanno fatto saltare il numero legale vanificando così la convocazione della Commissione Trasparenza sull’Auditorium del Mare, presieduta dalla consigliera di opposizione Paola Meloni. Commissione che aveva richiesto la presenza del sindaco Mario Baccini con un invito che il primo cittadino ha, invece, declinato girandolo a uno dei suoi consiglieri: il nuovo delegato all’Urbanistica Giuseppe Picciano.
Il progetto, per il momento, è stato silurato da chi ha in mano il timone dell’ente locale ma prevedrebbe la realizzazione di una sala polifunzionale capace di ospitare eventi eterogenei con uno spazio di circa 500 posti ulteriormente suddivisibile in tre distinte location con tribune a scomparsa utilizzabili a seconda delle necessità
Secondo il progetto, giunto alla fase esecutiva, l’Auditorium del Mare, potrà ospitare concerti e proiezioni, ma anche convention e installazioni artistiche, passando per festival, congressi, conferenze, spettacoli di danza e happening d’avanguardia.
Ampio il ventaglio di impieghi di una struttura antica, dal punto di vista dell’archeologia industriale, ma versatile e proteiforme oltre che destinata a essere valorizzata dalla presenza di tecnologie di ultima generazione.
Uno spazio capace, secondo i promotori, di estendere la vocazione turistica di Fiumicino. Trasformandola da località di semplice passaggio, grazie alla presenza dell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, a località caratterizzata dalla presenza di un polo culturale destinato a estendere il suo potenziale attrattivo a Roma e ad altre località della regione Lazio.
Dopo il niet che ha vanificato i lavori della Commissione trasparenza l’opposizione di centro sinistra ha criticato il boicottaggio sottolineando la totale mancanza di disponibilità da parte dell’attuale Giunta di “garantire” almeno un “confronto democratico” sulle prospettive del progetto manifestando una “mancata risposta in spregio non solo della trasparenza amministrativa e al ruolo delle opposizioni, ma soprattutto dei tantissimi cittadini che hanno affidato la loro rappresentanza” a una commissione speciale che ha tra le sue funzioni quella di essere “garanzia di approfondimento e controllo sul buon governo”.
Secondo la maggioranza, invece, “l’Amministrazione tirrenica ha ereditato da centrosinistra una situazione costellata dalla posa di ‘prime pietre’ più volte virtualmente posate esclusivamente per propaganda elettorale. L’Auditorium del Mare -sottolinea Giuseppe Picciano- è tra queste e quando si afferma che ‘i lavori erano partiti a ritmo sostenuto e che si sono inspiegabilmente interrotti un anno fa’, si afferma gravemente il falso. Si tratta di un’opera inaugurata per ben tre volte nel 2022 con celate difficoltà che non hanno consentito l’avvio effettivo dei lavori, fino ai primi mesi del 2023, a causa di incomprensioni tra l’Impresa esecutrice e la Direzione dei Lavori, variandone la tempistica. La precedente Amministrazione, stabilì di indebitare il Comune ed i suoi Cittadini di un mutuo di oltre 11 milioni di euro, con la clausola di dover rimborsarne gli interessi a far data dal 01/01/2024”.
Incomprensioni che fanno riferimento a una nota firmata dal dirigente e dal responsabile Unico del procedimento (rup) dell’amministrazione tirrenica in una nota protocollata con il numero 47844 del 12 febbraio dello scorso anno. Nota in cui gli uffici comunali hanno richiesto alla Direzione Lavori una variante in corso d’opera suscettibile di incidere sui costi e sui tempi di realizzazione dell’Auditorium.
La Commissione Trasparenza ha, in ogni caso, disposto una nuova convocazione per la giornata di giovedì prossimo 2 maggio. All’ordine del giorno la ricerca delle motivazioni dello stop degli interventi arenatisi nel 2023.
Il futuro dell’opera è dunque sospeso tra due opposte visioni: chi vorrebbe far ripartire i lavori per individuare un percorso che, risolvendo la situazione di stallo, eviti di scaricare sulla collettività i costi di un progetto che non vedrà mai la luce e chi, invece, non crede affatto nell’utilità del progetto a prescindere dalle conseguenze e dalle penali connesse alla sua mancata realizzazione.
A oltre un anno fa risale l’ultimo battito di cuore proveniente dal cantiere mai decollato. Era l’8 febbraio 2023 quando l’Amministrazione Montino si recò nel cantiere per verificare il rispetto della tempistica degli interventi di riqualifica dopo le operazioni di messa in sicurezza, puntellature dell’edificio e la demolizione delle parti pericolanti, che non potranno essere ristrutturate (leggi qui). Poi il silenzio.
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