Il Comune di Roma si prepara a violare la convenzione con la Presidenza della Repubblica affidando ai privati tutti i servizi. Nel silenzio della Capitaneria di Porto che condona l’evasione dei canoni
Dal sindaco di Roma una sola frase sul futuro della spiaggia libera di Castelporziano, l’arenile pubblico donato dal Quirinale ai romani dove i chioschi sono ancora chiusi. “Per il litorale di Castel Porziano è stato recepito un project financing” sono le uniche parole dette dal sindaco Roberto Gualtieri nella trionfante conferenza stampa di annuncio dell’avvio della nuova stagione balneare.
Ma cosa si nasconde dietro il project financing annunciato dal Campidoglio per la spiaggia dei Cancelli, come la chiamano i romani? Detto che la parolina magica nasconde un accordo tra amministrazione pubblica e privati, abbiamo girato la questione allo studio di impegno civico Labur Laboratorio Urbanistico per capire quali pastrocchi si prepara a fare il Comune di Roma, con l’assenso (o forse meglio dire la complicità) della Capitaneria di Porto.
Innanzitutto va tenuto presente che la spiaggia libera di Castelporziano è stata “donata” nel 1965 dall’allora Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, ai romani. Quel regalo, però, è regolamentato da una convenzione per la quale il Campidoglio si impegnava a svolgere compiti che non possono essere demandati ad altri, quali “provvedere a proprie cure e spese a quanto è necessario per l’attuazione dei propositi manifestati a riguardo del Presidente della Repubblica”, come la pulizia della spiaggia, la gestione dei servizi igienico-sanitari e il servizio di salvamento a mare, senza alcun intermediario.
“Ricordiamo – si aggiunge da Labur – che la fascia costiera di Castelporziano, dalla Litoranea al mare, si divide in due zone: dalla litoranea alle dune è patrimonio disponibile dello Stato, dalle dune al mare è patrimonio indisponibile dello Stato (cioè demanio marittimo, dal 2023 di nuovo in concessione al Comune di Roma). Tutta l’area è dunque nel suo complesso un bene pubblico in dotazione alla Presidenza della Repubblica che non ne ha però la proprietà. Eppure il Comune di Roma, che tecnicamente è concessionario come qualsiasi stabilimento balneare, ma su aree che la Presidenza della Repubblica deve mantenere intatte così come consegnate nel 1965”.
Dopo il sequestro operato dalla Guardia di Finanza per opera della magistratura ed il successivo dissequestro, la Capitaneria di Porto di Roma-Fiumicino avrebbe operato un condono milionario in canoni concessori e di abusi edilizi incredibili. “Senza ascoltare l’autorità marittima di Civitavecchia – denuncia Labur – la Capitaneria di Porto ha ‘condonato’ al Comune di Roma – senza alcun titolo e sostituendosi così all’autorità giudiziaria – un danno erariale di decine di milioni di euro. Il ‘condono’ riguarda sia i pagamenti dovuti dal 2001 al 2023 dal Comune – secondo la concessione stabilita nel 1965 mediante convenzione con la Presidenza della Repubblica – sia gli abusi edilizi dei chioschi presenti tra le dune di Castelporziano, nonché gli altri fabbricati di servizio, tutti di proprietà del Comune di Roma, privi di ogni titolo autorizzativo e addirittura ‘affittati’ in convenzione e infine il danno ambientale costituito dalle fosse biologiche, vetuste e percolanti, dei bagni pubblici privi di allaccio fognario”.
In cosa consista il project financing sulla spiaggia libera di Castelpoporziano, ovvero l’accordo tra l’amministrazione pubblica e i privati, né il sindaco di Roma né il suo assessore al Patrimonio hanno voluto rivelarne i contenuti. “I titolari dei chioschi, riuniti nel Consorzio Castelporziano98, stanno ancora cercando gli assistenti bagnanti in possesso di idoneo brevetto – evidenziano da Labur – Marinai di salvataggio che, ovviamente, non si trovano all’alba della stagione balneare per coprire le 17 postazioni presenti su quella spiaggia”.
Stando ad alcune indiscrezioni dietro l’attivazione del progetto di finanza privata su Castelporziano, si nasconderebbe anche l’impegno da parte del comune a rilasciare una concessione ventennale. Ma siamo proprio sicuri che “affittare” la spiaggia a un’impresa privata, il cui fine naturale è il guadagno, sia nei principi che portarono il Presidente della Repubblica a donare quella spiaggia ai romani?