Italia, dal 2025 tariffe zonali: energia elettrica pagata in base alle caratteristiche delle singole regioni

Un decreto legge importante introduce una novità che punta a tarare correttamente le tariffe energetiche in base alle singole realtà cittadine: come funzionerà

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Immagine di repertorio.

Fra qualche mese, nel 2025, l’Italia dirà basta al Prezzo Unico Nazionale (PUN) per l’energia elettrica, dando il via all’era delle cosiddette “tariffe zonali”, un cambio davvero significativo e importante per permettere ai consumatiri di personalizzare le spese per la fornitura di energia in base alle singole realtà locali.

Un decreto legge importante introduce una novità che punta a tarare correttamente le tariffe energetiche in base alle singole realtà cittadine: come funzionerà

Pertanto, come mossa significativa verso la personalizzazione dei costi energetici in base alle realtà locali, a partire dal Primo Gennaio 2025, come stabilito dal decreto-legge del 9 dicembre 2023 numero 181, verrà abolito definitivamente quello che è attualmente il prezzo unico nazionale.

Dal primo giorno del 2025, saranno  man mano introdotte in tutto il Belpaese, in tempi rapidissimi, le nuove “tariffe zonali”, che verranno determinate, come specifica il portale specializzato prontobolletta.it, in base alle reali dinamiche specifiche di produzione, distribuzione e consumo dell’energia nelle varie zone italiane.

Così facendo si intende realizzare un aggiustamento del prezzo dell’energia elettrica che tenga maggiormente conto delle diversità esistenti nelle varie città e regioni d’Italia, portando ad una migliore efficacia e trasparenza nei prezzi.

Obiettivo è dare tariffe più giuste, eque e sostenibili per i cittadini, che tengano costo dei veri costi di produzione e distribuzione, incentivando a produrre anche energie rinnovabili.

Tra i vantaggi che verranno generati da questo cambiamento delle tariffe, le zone con una forte presenza di energia solare ed eolica potrebbero beneficiare di offerte più competitive, spingendo così verso un incremento della capacità installata di fonti rinnovabili e una riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

Basti pensare all’impatto che le nuove tariffe zonali avranno in regioni come Sicilia e  Calabria, tradizionalmente più dipendenti da fonti energetiche costose o meno efficienti, potrebbero subire un aumento delle offerte rispetto al sistema del PUN.

Al contrario, le aree del Nord Italia, che da tempo vanno veloci verso l’adozione di tecnologie rinnovabili, potrebbero vedere una riduzione dei costi energetici.

Questa variazione zonale punta a bilanciare le disparità esistenti e a promuovere un’equa distribuzione delle risorse energetiche.

Questa riforma cambierà il modo nel quale l’energia viene “prezzata” e consumata in Italia, promuovendo un utilizzo più sostenibile delle risorse e un’attenzione maggiore alle specificità territoriali.

Inevitabilmente l’intenzione del legislatore italiano è quello di spingere ad un incremento degli investimenti in tecnologie rinnovabili e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori riguardo l’origine e il costo dell’energia che utilizzano.

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