Il crematorio produrrà emissioni nocive suscettibili di compromettere la salute umana
Malumori ad Ardea per la realizzazione del nuovo forno crematorio nel cimitero di via Strampelli e attualmente in fase di ampliamento. I lavori sono già iniziati e prevedono la costruzione di una struttura di 600 metri quadrati, alta 9 metri, con all’interno due forni, uno per le salme e l’altro per gli animali d’affezione.
A preoccupare la cittadinanza è la presunta pericolosità che la combustione potrebbe rappresentare per l’ambiente circostante e la salute delle persone.
“Ci sono molte abitazioni qui vicino -dice Anna Leardi dell’Associazione Rivalutiamo Marina di Ardea- e la distanza è proprio al minimo e noi sappiamo benissimo che il forno crematorio può creare dei problemi ambientali. C’è anche una scuola in via Strampelli e un’altra scuola sempre a pochissima distanza. Noi, come associazione ‘Rivalutiamo Marina di Ardea’ riteniamo che la salvaguardia della salute sia la priorità, perché ad Ardea succede di tutto, ormai, tra forni crematori, incendi pneumatici e il mare inquinato, è un problema serio e quindi facciamo un appello anche al sindaco affinché assuma iniziative al riguardo”.
Ricerche scientifiche stimano che un forno crematorio che cremi in media 100 salme l’anno emetta quasi un chilo di mercurio.
La cremazione annuale di migliaia di salme potrebbe, dunque, causare emissioni equivalenti a decine di chilogrammi di mercurio.
C’è preoccupazione per tutte le conseguenze che quest’impianto potrebbe avere per l’ambiente e per la salute?
“Molto preoccupati, preoccupatissimi. Io ho mandato un’email anche all’Istituto dei Medici Ambientali -dice Deborah Sanna, presidente del Comitato spontaneo cittadino- richiedendo uno studio aggiornato per conoscere quale sia la situazione reale in termini di prospettive, visto che non sono nessuno io per poterlo dire, e loro ci hanno mandato un foglio dove ci informano di tutto. Dagli effetti delle esposizioni a breve termine, a quelle a lungo termine e di quanto sia preoccupante avere un forno vicino alle abitazioni. A breve termine l’inquinamento che ne deriva può provocare ictus e infarti, e a lungo termine anche tumori”.
“Ci sono alcune criticità nell’iter procedurale e ci sono alcune criticità a livello normativo -puntualizza Niko Martinelli, consigliere comunale di Ardea domani- perché le normative sono degli Anni Venti e quindi sono un po’ vetuste. In questo momento, sappiamo che c’è l’avvio di un’interlocuzione tra l’ente comunale e la società che sta realizzando la struttura per apportare delle varianti al progetto, perché forse qualcosa non è stato progettato a regola d’arte”.
Facciamo presente tra l’altro che il forno crematorio sarà a disposizione anche dell’esigenza della capitale.
Servizio Tg di Francesca Del Mastro