Mentre procedono i cantieri per il Giubileo crescono gli accampamenti abusivi: dal centro al mare della Capitale ecco dove sono le bidonville
In una Capitale che si sta rimettendo in forma nei minimi particolari per il Giubileo del 2025, la foto attuale sull’andamento dei lavori mostra un problema che sarà via via sempre più difficile da fronteggiare, e cioè la crescita degli accampamenti abusivi.
Una nuova mappatura degli insediamenti, dalle singole tende ai mini villaggi nascosti sotto al Tevere, ne ha contati di recente oltre 300, che danno rifugio per la notte tra Castro Pretorio e San Pietro, ad almeno 9mila persone senza fissa dimora.
Roma procede verso il Giubileo come un immenso cantiere fatto di opere urbane, percorsi ciclopedonali, postazioni wi-fi e quant’altro. Peccato che in tutta questa macchina, ci sia un ingranaggio che fatica a girare, quello del ripristino del decoro.
A segnalarlo in queste ore il consigliere comunale e capogruppo della Lega capitolina, Fabrizio Santori, preoccupato di fronte alla crescita di accampamenti abusivi di senza tetto, aumentati di circa 100 nuovi insediamento, rispetto al precedente censimento elaborato dalla Polizia Locale di Roma Capitale.
“Ho deciso di avviare un’interrogazione al Sindaco Gualtieri e all’Assessore competente, per chiedere che vengano presi dei provvedimenti immediati per risolvere la questione e ripristinare nella nostra città adeguate condizioni di vivibilità e decoro”– ha dichiarato Santori, dopo che in queste ore, le segnalazioni raccolte in merito alla presenza di tende, baracche e accampamenti più o meno organizzati, hanno consentito una mappatura sul territorio capitolino di oltre 300 insediamenti.
Si parte dal centro, per poi proseguire lungo le grandi arterie della viabilità cittadina e fino al mare della Capitale, nella mappatura del disagio di tante persone senza fissa dimora, oggetto di un’analisi per fare il punto sul problema del decoro cittadino.
Critica da tempo è ad esempio la situazione nella zona di Castro Pretorio, dove avviene da tempo lo sgombero sistematico di decine si tende che nel giro di pochi giorni tornano ad occupare gli stessi spazi abbandonati alla chetichella.
La stessa scena vista e rivista nel sottopasso del Ponte Duca d’Aosta, nel parco del Viale Pretoriano, su Viale Pretoriano, e nella striscia di marciapiede al riparo delle Mura Aureliane di San Lorenzo.
Una presenza praticamente costante di accampamenti messi su alla bene e meglio poi, riguarda tutte le stazioni ferroviarie, con il primato nonostante l’aumento della sicurezza della Stazione Termini.
Ma non cambia lo scenario persino nelle zone dove il turismo si sposta per la vicinanza alle basiliche e i monumenti. Nei pressi di San Pietro o a Castel Sant’Angelo, le zone verdi di prossimità sono invase da tende anche in pieno giorno, così come sotto Ponte Vittorio Emanuele e sulla banchina del Tevere.
Quando ci si sposta sulla Tangenziale est poi ci si rende conto della quantità di piccoli insediamenti esistenti. Un’evidenza che non si fa fatica invece a notare sul Mare della Capitale.
Nella foto denuncia in alto scattata poche ore fa e postata sul gruppo social Ostia Informa, l’accampamento risorto alle spalle dell’ex Ufficio tecnico sul Lungomare Paolo Toscanelli, rappresenta in questo momento l’immagine del degrado sul mare della Capitale che gira sul web, mentre la stagione balneare si avvicina con nuove concessioni balneari e gli sforzi economici degli operatori del turismo e della ristorazione, per accogliere romani e turisti.
“La situazione di disperazione e degrado, che l’inverno mite ha solo in parte nascosto, adesso, con l’aumento delle temperature, si potrebbe manifestare più degli anni passati in tutta la sua drammaticità. A questo punto, fermi restando gli interventi già profusi dalla Polizia Locale per presidiare il territorio, è necessario sapere se l’Amministrazione intenda provvedere ad un’intensificazione i controlli dei suddetti insediamenti, incrementando i pattugliamenti previsti” – ha concluso Santori.
Una urgenza come ha anche ricordato il capogruppo, determinata anche dall’emergenza rifiuti per i cumuli di indumenti, spazzatura e sporcizia che attirano topi, legati inscindibilmente agli insediamenti abusivi, se non bastasse il problema di 9mila persone che vivono per strada.