Omicidio stradale, i genitori di Alessandro Tavanti: “Dall’investitore nessun segno di pentimento” (VIDEO)

L’imputato condannato per la morte di Alessandro Tavanti non ha mai chiesto di parlare con i genitori

Gli scatti fotografici che lo immortalano in momenti spensierati e tipici della sua età provocano una fitta al cuore se si pensa al fatto che a soli 24 anni, Alessandro Tavanti, abbia perso la vita in un drammatico incidente stradale.

L’imputato condannato per la morte di Alessandro Tavanti non ha mai chiesto di parlare con i genitori

Era il 30 ottobre del 2021 quando Alessandro, intorno alle due di notte, mentre era in sella al suo motociclo è stato tamponato da un’auto che sfrecciava a 145 km orari sulla via Ostiense all’altezza di Via di Decima al Torrino.

Per tornare a casa verso l’una e mezza o due di notte sbagliò strada fondamentalmente -ricorda il papà Andrea Tavanti- si trovò sulla via Ostiense e lì è stato investito da dietro da una persona che viaggiava a una velocità molto sostenuta. Cose che, purtroppo, possono capitare, anche se la situazione è stata ulteriormente complicata da diversi comportamenti più che deprecabili” da parte di chi l’ha provocata.

Il conducente, invece di fermarsi, prestare soccorso e chiamare l’ambulanza, è fuggito, lasciando Alessandro a terra agonizzante. Non solo, ha abbandonato la macchina e ne ha denunciato il furto con l’intento di depistare le indagini”. Circostanze aggravanti che hanno trovato puntuale accoglienza anche nella sentenza di condanna pronunciata contro l’investitore (leggi qui).

Se lo avessero soccorso subito suo figlio si sarebbe salvato?

Stando ai risultati della successiva autopsia, no. E devo dire che, da una parte, questa cosa non può che alleviare il dolore che abbiamo comunque provato e che continuiamo a provare”.

In questi giorni il conducente è stato condannato a 6 anni di reclusione per omicidio stradale e simulazione di reato.

La giustizia, alla fine di un lungo percorso ha correttamente applicato, a mio avviso, le sanzioni penali previste in questi casi -prosegue il papà di Alessandro- per quanto ci riguarda non gioiamo in alcun modo e non proviamo nessun astio o volontà di vendetta nei confronti di questa persona, perché nulla e nessuno ci potrà restituire quello che è stato tolto”.

La giustizia sta facendo il suo corso, ma quello che ferisce ancora una volta i genitori del giovane è la mancanza di umanità da parte del 31enne che lo ha ucciso.

Le scuse non sono mai arrivate -puntualizza Andrea Tavanti- e soprattutto neanche un segnale di pentimento è mai arrivato. Questo è un nodo cruciale direi. Penso che, a un certo punto, sia necessario assumersi la responsabilità di quello che si è fatto. E in questo caso non si tratta di aver rubato un pacchetto di caramelle ma, insomma, di aver tolto la vita a un ragazzo o comunque a una persona e non è una cosa che si possa prendere così alla leggera. Forse mi aspetto questo, qualcosa che ci aspettiamo questo tutti quanti”.

Servizio Tg di Francesca Del Mastro