Scoperta dalle Fiamme Gialle l'attività di corruzione e alterazione dei dati sulle indennità di servizio di 15 militari: un romano alla base del sistema collaudato
Una truffa ai danni dello Stato per un ammontare complessivo di 650mila euro, con corruzione aggravata e accesso abusivo al sistema informatico, è finita sotto la lente della Guardia di Finanza in queste ore, al termine di un’indagine nazionale, collegata all’attività illecita del dipendente di una Forza Armata romano, e altri 14 militari in congedo.
C’era il dipendente di una Forza Armata alla base di un sistema più che collaudato, di truffa ai danni dello Stato e corruzione sulle indennità di servizio, di ben 14 militari prossimi al congedo, e portata allo scoperto in queste ore nell’attività di indagine del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, con l’esecuzione di sequestro preventivo di beni per circa 650 mila euro, nei confronti di 15 persone.
L’uomo sarebbe il principale indagato dell’attività per cui si sarebbe messo a disposizione più volte negli anni, e che consisteva sostanzialmente, nella modifica dei dati necessari al calcolo di indennità di servizio dei militari prossimi al congedo, e che comportava una sistematica maggiorazione delle somme dovute dallo Stato.
A fronte dell’alterazione dei dati, l’uomo poi percepiva una somma di denaro in contanti variabile, che cresceva quanto più il calcolo riusciva ad aumentare le cifre non dovute.
A richiedere l’accesso abusivo al sistema informatico a tal scopo, sarebbero state almeno 14 persone delle stessa Forza Armata del soggetto, che stando agli approfondimenti forniti dalle Fiamme Gialle, è già indagato per precedenti simili in un altro procedimento in corso sempre per truffa ai danni dello Stato, corruzione aggravata e accesso abusivo al sistema informatico.
Oltre a lui, un soggetto romano e residente in provincia di Roma, anche i 14 militari in congedo favoriti dalla manomissione dei dati con le maggiorazioni indebite, sono indagati per truffa ai danni dello stato.
Per tutti è stato disposto il sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca di beni, che potrà intervenire all’esito dei gradi di giudizio di complessivi 650mila euro.
L’attività che ha portato al provvedimento è stata svolta in proseguimento di un’analoga indagine del nucleo negli anni 2021-2022, in cui già emerse la figura del dipendente romano con le medesime condotte, in accordo a soggetti all’epoca in congedo tra Roma e provincia, e anche al di fuori del confini regionali.
L’indagine è nella fase delle indagini preliminari, con la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’ultimo grado di giudizio.