Ostia, sul lungomare attraversamenti da brivido per cespugli killer

La situazione di degrado in cui versano i cespugli spartitraffico mette a rischio la già precaria sicurezza del lungomare

Cespugli che si protendono verso la carreggiata costringendo auto e moto a improvvisi cambi di direzione per evitare di urtarne i rami ma non solo. La mancata potatura delle piante presenti sullo spartitraffico che separa le due carreggiate del Lungomare di Levante a Ostia espone a un grave rischio anche l’incolumità dei pedoni. Innanzitutto sugli attraversamenti loro riservati. Ma anche in corrispondenza delle curve, dove la visibilità ridotta dallo strabordare delle foglie nasconde le auto che precedono e le persone che ingombrano la carreggiata sbucando all’improvviso tra le piante.

La situazione di degrado in cui versano i cespugli spartitraffico mette a rischio la già precaria sicurezza del lungomare

Da piazzale Magellano, verso sud sino alla rotonda della via Cristoforo Colombo le piante che si trovano al centro del Lungomare crescono a vista d’occhio con l’arrivo della primavera. E di pari passo con l’assenza di operazioni sfalcio e manutenzione che competerebbero al Servizio giardini del X Municipio, lievita l’indice di pericolosità della strada.

Mancate potature che hanno interessato anche la via Cristoforo Colombo o la via del Mare che durante la scorsa stagione estiva, invase dalla vegetazione, furono persino teatro di incendi provocati dal lancio di mozziconi di sigarette o dall’autocombustione dalle foglie incendiate dal calore del sole (leggi qui).

Ma i problemi del Lungomare di Levante sono atavici e non dipendono solo dalla latitanza dell’amministrazione locale in fatto di cura della rete stradale. Ne sa qualcosa Antonio Mortai che, dopo aver perso entrambi i genitori deceduti in un incidente stradale accaduto nel 2015 di fronte allo Stabilimento Battistini, ha sposato la causa della sicurezza stradale, in particolare, quella dei soggetti fragili nonché dei pedoni e dei ciclisti.

Un impegno civico che Antonio ha abbracciato entrando poi a far parte della Consulta cittadina di Roma Capitale in cui sono rappresentati anche i parenti delle vittime della strada.

Ostia, soprattutto nella zona a sud del pontile -dice Antonio- è priva di un lungomare degno di questo nome. Non è solo un problema di scarsa manutenzione ma di concezione stessa degli spazi urbani. Trovo pertinente al riguardo quanto Stefano Mancuso, un professore universitario e saggista che si è anche occupato di mobilità sostenibile ha detto in un’intervista qualche tempo fa. E cioè che, ormai le strade non le vediamo più come un luogo nostro, un luogo delle persone, le strade sono fatte soltanto per le macchine”.

Nonostante il crescente numero delle vittime le misure legislative approvate anche di recente lasciano spazi di ombra

Per chi vive l’ergastolo del dolore provocato da perdite di vite umane in situazioni inaccettabili nonostante le iniziative legislative anche recenti di modifica del codice della strada si sono fatti pochi progressi anche se la sensibilità dell’opinione pubblica verso questo tema sta gradualmente crescendo.

E il caso del Lungomare di Ostia ne è una palpabile dimostrazione. “Nonostante il numero elevato di casi simili al mio in tutti questi anni -incalza Antonio- nessun provvedimento è stato preso, per esempio, per limitare la velocità sul Lungomare. Si invocano pene severe di fronte a questa lunga sequenza di incidenti mortali, ma quando si tratta di agire sulla prevenzione saltano fuori personaggi come Fleximen, osannati perché se la prendono con gli Autovelox. Ma non sono né le sanzioni più dure né la logica punitiva le soluzioni che possono arginare il fenomeno dei morti sulle strade. Bisognerebbe ripensare la funzione stessa del Lungomare ispirandosi a quanto fatto in Versilia, sulla costa abruzzese per non parlare della costa Azzurra o della Promenade des Anglais a Nizza. Si potrebbero restituire le due carreggiate che guardano le spiagge alle persone, ai runners, ai bambini, agli anziani o chi soffre di disabilità permettendogli di camminare in sicurezza. Tra le proposte che ho presentato alla Consulta Cittadina e che sono state depositate presso il Dipartimento della Mobilità di Roma Capitale c’è una scheda progetto in cui ho formulato una serie di spunti per trasformare una strada di scorrimento veloce in un’area dedicata ai residenti e ai tantissimi visitatori che si trovano sul Lido”.

“Il Lungomare che vorrei”

L’idea di fondo parte da una soglia di interventi di base che prevedano, sull’esempio del Lungomare di Ostia Ponente, di realizzare attraversamenti pedonali rialzati opportunamente dimensionati per non creare problemi ai mezzi di soccorso, con inclinazioni inferiori al 10% oppure dotandoli di “cuscini berlinesi”, vale a dire spazi livellati alla stessa altezza della superficie stradale equivalenti alla larghezza degli assi dei veicoli di maggiori dimensioni, come le ambulanze, e tali da costringere  le auto a ridurre la velocità perché dovrebbero passare con almeno una delle ruote anteriori sul rialzo.

Ma il Lungomare per eccellenza, secondo il progetto elaborato da Antonio Mortai, parte da una diversa concezione della rete viaria che, da Piazza Anco Marzio arriva sino alla Rotonda di Ostia verso la Litoranea.

L’idea è di utilizzare la carreggiata che guarda a mare in una zona pedonalizzata -sottolinea Antonio- e riservare l’altra al traffico cittadino nelle due direzioni. A integrazione di ciò dovrebbero essere create delle aree di parcheggio situate a ridosso di Ostia dove le auto possano essere lasciate per poi utilizzare mezzi di trasporto funzionali a una mobilità sostenibile, come bus navetta, ma anche monopattini e biciclette elettriche in modo da ridurre ulteriormente la presenza di veicoli nella zona costiera del Lido”.

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