Lo “sportello” dello spaccio dalla finestra della casa al piano terra: il business di due cugini (VIDEO)

Cocaina a fiumi veniva prenotata telefonicamente con un linguaggio nello stile del delivery food con il ritiro dalla finestra

Dall’interno di una casa occupata al piano terra nel quartiere Tuscolano, avevano organizzato un vero e proprio “sportello” per lo spaccio di droga con tanto di prenotazioni telefoniche del servizio.

Ci sono voluti otto mesi per intercettarne i movimenti e il sistema, camuffato anche da un linguaggio e messaggi in codice, creati ad hoc per confondere chiunque non fosse istruito sul significato. Alla base del business due cugini appartenenti ad una nota famiglia.

Cocaina a fiumi veniva prenotata telefonicamente con un linguaggio nello stile del delivery food con il ritiro dalla finestra

Ha funzionato per mesi come un servizio di rifornimento automatico di droga, la finestra di un appartamento al piano terra di Via Calpurno Fiamma nel quartiere Tuscolano di Roma, finito sotto la lente dei controlli dei Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina.

Un’attività congegnata nei minimi dettagli e gestita da due cugini appartenenti ad una nota famiglia di sinti, che avevano stabilito perfino un sistema per non “disturbare” i condomini con le continue citofonate dei clienti.

Il sistema con messaggi in codice

Alla base del servizio, la richiesta di un unico prodotto, cocaina a fiumi che veniva prenotata telefonicamente con un vocabolario di espressioni comuni sul modello dei servizi di delivery per il food.

Con frasi come ad esempio: “biglietti dello stadio”, “birre fresche”, “prenotazioni al ristorante”, “pizza con 4 formaggi”, “fanne 40! … e falla bona!”, i clienti indicavano informazioni basilari come la quantità, il giorno e orario. Poi la raccomandazione per tutti era di non citofonare, ma di fare il classico squillo telefonico per palesare il proprio arrivo, e consentire agli spacciatori di predisporre le dosi alla finestra, infilate sotto la serranda al cambio delle banconote.

La indagini da maggio a dicembre del 2021, hanno consentito di ricostruire il sistema di spaccio al dettaglio svolto all’interno del condominio e lontano dai controlli dei militari che alla fine lo hanno comunque scovato partendo da uno strano via vai di acquirenti che stazionavano di continuo nel cortile della palazzina.

Ai due indagati già raggiunti dalla misura cautelare in precedenza, è stata notificata in queste ore la nuova ordinanza di carcerazione, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma. Ora dovranno rispondere dei gravi indizi  in concorso, dei reati di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti.