Bancarotta fraudolenta in una cooperativa di raccolta rifiuti del Lazio: arrestato imprenditore romano

Quattro romani indagati per il caso di bancarotta fraudolenta di una Cooperativa specializzata nella raccolta rifiuti: aveva accumulato 4 milioni di debiti

Foto non collegata ai fatti

E’ stato arrestato in queste ore dagli uomini della Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Roma, l’imprenditore romano amministratore di una cooperativa sociale specializzata nella raccolta dei rifiuti in tutto il Lazio. L’uomo è indagato per il procurato fallimento della cooperativa che aveva accumulato nel tempo debiti per circa quattro milioni di euro.

Quattro romani indagati per il caso di bancarotta fraudolenta di una Cooperativa specializzata nella raccolta rifiuti: aveva accumulato 4 milioni di debiti

Quattro soggetti tutti residenti nella Capitale, risultano indagati nella vicenda di bancarotta fraudolenta di una Cooperativa del Lazio, specializzata nella raccolta di rifiuti, ed operante in particolare nelle province di Roma, Rieti e Viterbo.

In manette e agli arresti domiciliari, a seguito dell’appello del Pubblico Ministero titolare delle indagini, è finito un imprenditore che era di fatto l’amministratore della Cooperativa destinata al fallimento, con l’accumulo di debiti per oltre quattro milioni, di cui la metà per contributi non versati all’erario. Mentre altri tre soggetti di Roma, risultano attualmente denunciati a piede libero.

Sono state le indagini della Guardia di Finanza del V Nucleo Operativo Metropolitano di Roma, ad accertare come il patrimonio dell’impresa fosse stato “progressivamente depauperato dei suoi asset più rilevanti, subendo, invece, l’addossamento dei debiti maturati da altri soggetti giuridici riconducibili all’imprenditore“.

La dinamica attuata era quella della “bad company”, e cioè quella di una società che non avendo più liquidità per poter sopravvivere sul mercato, viene utilizzata per poter far assorbire le attività sofferenti, e  contemporaneamente, far confluire le attività proficue nella o nelle società parallele le cosiddette good company.

A tal scopo era stata ideata la cessione di un ramo d’azienda e l’affitto di un altro, consentendo a nuovi soggetti giuridici di proseguire con
l’attività di raccolta dei rifiuti nel Lazio.

Un’attività che peraltro, poteva vantare un portafoglio di appalti del valore residuo di circa 14 milioni di euro in diversi comuni delle province di Roma, Rieti e Viterbo.

Negli anni la cooperativa decotta aveva accumulato debiti per circa quattro milioni di euro, di cui la metà verso l’Erario, per imposte e contributi non versati.

La Procura della Repubblica di Roma ha intanto ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari, il sequestro dei sei autoveicoli del parco della cooperativa, del valore di oltre mezzo milione di euro, per il ristoro dei creditori.

L’imprenditore romano finito ai domiciliari, dovrà ora rispondere dell’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale, preferenziale e documentale per aver procurato il fallimento della cooperativa.

Per l’indagato in attesa di giudizio definitivo, deve considerarsi la presunzione di non colpevolezza.