Una raccolta firme contro il nuovo inceneritore di Santa Palomba. Ad organizzarla sono i residenti, scesi in strada con una nuova protesta per bloccare l’iter.
Contro l’inceneritore oltre 2500 firme nel primo week end di raccolta
La raccolta firme, contro l’inceneritore di Santa Palomba, è partita qualche giorno fa. A raccontare come sta andando è Alessandro Lepidini, portavoce del comitato “No inceneritore a Santa Palomba”.
“Una raccolta firme che sta andando benissimo – afferma Lepidini – perché nel fine settimana, che poi è stato anche il primo di raccolta, abbiamo superato le 2500 firme. Noi chiediamo al Presidente del Consiglio di intervenire sull’articolo 13 della norma attributiva dei poteri affinché la sua potestà, attribuita con questa disposizione di legge, possa essere ridotta.
Quindi lui non faccia più né impianti, né autorizzi nuovi impianti, né programmi, né piani. Non solo, questa stessa petizione andrà alle Camere, ai due Presidenti di Camera e Senato, perché possa essere discussa e possano essere adottati atti in questa direzione per cancellare i poteri di Gualtieri”.
Chiamata in causa anche la Regione Lazio.
“La Regione – prosegue Lepidini – ha delle potestà che quell’articolo 13 riconosce, cioè la possibilità di intervenire nel merito delle ordinanze di Gualtieri, ma finora non l’ha mai fatto. E poi soprattutto perché dichiarino questa zona un’area ad elevato rischio ambientale. L’ultimo soggetto che intendiamo chiamare in causa è il Parlamento europeo”.
I comitati pensano anche ad altre iniziative future in occasione della chiusura della raccolta firme.
“Il 4 maggio – annuncia il portavoce del Comitato ‘No inceneritore a Santa Palomba’ – saremo qua per fare un ultimo evento di raccolta firme e si concluderà la prima fase. Entro i primi 10 giorni di maggio andremo dalla Presidente del Consiglio, alle Camere, a consegnare le prime firme che contiamo essere tante”.
Un iter che può essere ancora bloccato o è già tutto deciso?
“Le decisioni non sono state prese rispetto all’impianto -chiarisce- L’impianto deve essere autorizzato, per cui l’autorizzazione dovranno guadagnarsela. È previsto il collaudo solo nel 2028. Si diceva che questo doveva essere l’impianto per il Giubileo”.
In merito all’inceneritore torna a ribadire il proprio no anche il Comitato di quartiere Santa Palomba.
“Hanno acquistato questo terreno per il valore di 7 milioni e mezzo – afferma Daniela Boccacci, segretaria Comitato di quartiere Santa Palomba – Adesso le indagini di mercato dicono che il valore di questo terreno sarebbe intorno ai 3 milioni e mezzo. C’è un’indagine della Procura, della Corte dei Conti. Questo impianto, e tutto il piano rifiuti di Gualtieri, è un insulto all’ambiente e alla salute delle persone. Allora, signor Gualtieri, tu vuoi uccidere un territorio in nome di che cosa? Rimane il grande affare che farà chi si aggiudicherà la gara”.