Obbligo di firma in caserma e per uno anche il Daspo. Per gli scontri pre derby tra circa trecento tifosi, duecento laziali e un centinaio di romanisti, la giustizia prende provvedimenti solo per due ultrà biancocelesti. Convalidati, però, anche altri due arresti, quello di un romanista e di una tifosa laziale, una parrucchiera. Per loro, però, nessuna misura.
Negli scontri pre derby quattro gli arresti: ieri le convalide e i provvedimenti solo per due ultrà laziali
A scontrarsi vicino all’Olimpico armati anche di mazze e col volto coperto da cappucci, caschi e passamontagna erano stati circa trecento persone rendendo il pre derby bollente.
In quattro ieri sono finiti davanti ai giudici di piazzale Clodio. Tra loro il 58enne capo degli ultrà della Lazio Claudio Corbolotti, ex appartenente dello staff della segreteria dell’ex sindaco Gianni Alemanno, finito in manette per rissa aggravata e porto d’armi in occasioni di manifestazioni sportive. Per lui il giudice ha chiesto l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di firma in una caserma vicino casa e il divieto di frequentare gli stadi.
Già gravato da Daspo è un nome storico della Curva Nord dai tempi di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, l’ultrà finito ucciso nel Parco degli Acquedotti nell’agosto 2019. Per Corbolotti un nuovo guaio con la giustizia: aveva già incassato una condanna di primo grado per aver esposto a Milano uno striscione “in onore a Benito Mussolini” accompagnato da saluti romani.
L’altro laziale arrestato e finito a processo, sempre per rissa aggravata e porto abusivo di arma impropria, è Luca Abramo 24 anni, figlio di Ettore, 55enne già capo ultrà degli Irriducibili. Il padre, soprannominato “Pluto”, vicino a Fabrizio Piscitelli, era finito ai domiciliari nel 2019 per l’incendio di un’auto dei vigili urbani durante gli scontri prima della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta.
Per lui il giovane ultrà il giudice ha disposto la misura dell’obbligo di firma.
Tra gli arrestati anche una parrucchiera
Davanti al tribunale monocratico ieri mattina è finito anche un tifoso giallorosso, un 30enne romano accusato di lancio di oggetti pericolosi e resistenza a pubblico ufficiale. Col casco infilato aveva lanciato un sampietrino contro dei tifosi laziali e poi aveva reagito alla polizia.
In tribunale anche una parrucchiera romana di 48 anni, appassionata tifosa della Lazio. All’Olimpico voleva entrare senza biglietto quindi aveva tirato calci e insulti a delle poliziotte pronte a fermarla.
Anche per lei come per il tifoso romano arresto convalido, ma senza nessuna misura. Sono tornati liberi, senza alcun provvedimento restrittivo.
Il processo a carico dei quattro imputati poi deciderà per l’assoluzione o l’eventuale condanna.