Processo sullo Stadio di Tor di Valle, emessa la sentenza: nove i condannati in primo grado

Stadio della AS Roma a Tor di Valle: a Luca Parnasi riconosciute attenuanti generiche. Assolto dall'associazione per delinquere

Stadio della Roma

Ci sono nove condanne e dodici assoluzioni, nella sentenza emessa oggi pomeriggio al termine del processo di primo grado sul progetto mai realizzato dello Stadio della AS Roma a Tor di Valle, e per il quale la società giallorossa è risultata estranea ai fatti. Dalla procura di Roma era arrivata la richiesta di condanne per cento anni di carcere.

Stadio della AS Roma a Tor di Valle: a Luca Parnasi riconosciute attenuanti generiche. Assolto dall’associazione per delinquere

E’ arrivata nel tardo pomeriggio di oggi la sentenza per il processo di primo grado sullo stadio della As Roma a Tor di Valle, sul quale sono stati chiamati a rispondere dopo le lunghe indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Roma, 22 imputati a vario titolo, tra corruzione e traffico di influenze illecite.

Le condanne 

E’ stato condannato a due anni Luca Parnasi, per cui invece la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a otto anni e sei mesi di carcere, sostenendo l’esistenza di “un sistema corruttivo per fare impresa che consisteva nel favorire i partiti politici locali di tutti gli schieramenti”; e in particolare “un rapporto corruttivo” con il manager Luca Lanzalone. Per quest’ultimo, anch’esso condannato, la pena di tre anni, cinque in meno rispetto alla richiesta dell’accusa.

Sulla condanna di Parnasi, il suo legale Emilio Ricci ha dichiarata: “Sono soddisfatto. Sono state riconosciute gran parte delle questioni che abbiamo posto. Ci hanno riconosciuto le attenuanti generiche che hanno assolto Parnasi dall’associazione per delinquere; reato che faceva più pressione sulla persona del mio assistito e, quindi non possiamo che essere contenti e soddisfatti. Leggeremo la sentenza e comunque faremo appello” – ha concluso l’avvocato.

Tra i condannati anche l’ex presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito. Per lui 8 anni e 8 mesi con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, nonostante la Pm avesse richiesto una condanna più pesante di 11 anni e 6 mesi di carcere, sostenendo anche nel suo caso l’esistenza di un rapporto corruttivo con il costruttore.

Stessa condanna, a 11 anni e mezzo, era stata richiesta per l’avvocato Camillo Mezzacapo, per cui oggi è stata fissata la pena di nove anni. Otto anni sono stati comminati ad Andrea Manzoni; e sei anni e due mesi a Gianluca Bardelli. Pene inferiori infine, per Giulio Centemero, condannato ad un anno, e ad Adriano Palozzi, un anno e 10 mesi. Poco più della condanna fissata a Giuseppe Statuto, di un anno e sei mesi.

Gli assolti

Nell’elenco degli assolti figurano invece Francesco Bonifazi, ex tesoriere del PD, l’ex assessore Michele Civita e Davide Bordoni ex assessore comunale al Commercio.

Pronunciata la sentenza di assoluzione anche per Fabio Serini, Francesco Prosperetti, Gianluca Talone, Domenico Petrolo, Fortunato Pititto, Claudio Santini, Paolo Desideri, Vanessa Adabire Aznar, Zabor Zaffiri e Giampaolo Gola. Quest’ultimo all’epoca assessore municipale allo Sport, si dimise appena indagato, per essere poi prosciolto con formula piena.

Il progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle e il processo

Il progetto era stato presentato nel 2012 dall’AS Roma, all’allora Sindaco Gianni Alemanno, per la realizzazione dello Stadio a Tor di Valle, in un’ansa del Tevere a sud ovest della città, dove esisteva l’omonimo ippodromo chiuso nel gennaio 2013.

Un’epopea da allora, nel riepilogo puntuale di Agi, che segna come data di inizio del vero e proprio confronto con la giustizia, il mese di giugno del 2018, con l’ondata di arresti a Roma, in cui finirono in carcere in primis Parnasi, il proponente del progetto dello stadio di Tor di Valle, così come Luca Caporilli, il dirigente di Eurnova Simone Contasta, il collaboratore della società Giulio Mangosi, l’avvocatessa dell’azienda Nabor Zaffiri e il commercialista di fiducia Gianluca Talone.

Finirono ai domiciliari, il consigliere regionale ed ex assessore della giunta di Nicola Zingaretti Michele Civita, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi di Forza Italia e il presidente di Acea, l’avvocato Luca Lanzalone.

A figurare come indagati invece, il capogruppo M5s in Campidoglio Paolo Ferrara, Davide Bordoni (Forza Italia), il presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma Mauro Vaglio, l’avvocato Daniele Piva, l’assessore allo Sport del Municipio X Giampaolo Gola, il funzionario comunale Daniele Leoni, l’ex capo di Gabinetto al Mibact Claudio Santini, Francesco Prosperetti direttore della Soprintendenza speciale archeologica, e Giovanni Malagò presidente del Coni, per cui a settembre dello stesso anno arrivò l’archiviazione.

Qualche mese più tardi a marzo 2019, finiscono in carcere per corruzione il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito e l’avvocato Camillo Mezzacapo, e ai domiciliari l’architetto Fortunato Pititto.

Andranno a processo con prima udienza a novembre di quell’anno Parnasi, l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi di Forza Italia, l’ex assessore regionale, Michele Civita del Pd e il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti.

Il maxi processo

Arriva a gennaio 2020 poi, il maxi processo per il nuovo Stadio della Roma con 16 imputati, che riunisce tre procedimenti, e cioè quello sul costruttore Luca Parnasi, con altri 11 imputati, quello che riguarda l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone con un altro imputato e il fascicolo che coinvolge De Vito e Mezzacapo.

Pochi giorni dopo, la procura di Roma rinnova la richiesta di archiviazione per Virginia Raggi e il gip stavolta concorda con i pubblici ministeri.

Nel 2021, la conferma pubblica dell’abbandono da parte dell’AS Roma che dichiarò: “La non sussistenza dei presupposti per confermare l’interesse all’utilizzo dello stadio da realizzarsi nell’ambito dell’attuale progetto immobiliare relativo all’area di Tor Di Valle, essendo quest’ultimo progetto divenuto di impossibile esecuzione”.

Nell’ottobre 2023 al termine della requisitoria, la Procura di Roma, nelle figure delle pm Giulia Guccione e Luigia Spinelli, hanno poi formalmente avanzato le richieste per le condanne per oltre 100 anni dei 22 imputati, emesse in data odierna.