Roma, togliere la tiroide senza cicatrice. Dove e come è possibile

L'innovativo metodo prevede l'intervento di tiroidectomia senza cicatrice: il primo intervento

L'intervento alla tiroide senza cicatrice

Togliere la tiroide senza neanche una cicatrice. Un intervento di questo genere ora è possibile anche a Roma. Si procederà all’asportazione della tiroide dall’interno della bocca, attraverso piccole incisioni praticate sotto il labbro inferiore.

L’innovativo metodo prevede l’intervento di tiroidectomia senza cicatrice: il primo intervento

La prima operazione basata col metodo Toetva (tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare) è stato eseguito al policlinico Gemelli. Si tratta di una procedura inventata in Thailandia, dove le cicatrici sul collo costituiscono uno stigma culturale.

Sono oltre 1.500 gli interventi di tiroidectomia effettuati ogni anno al Gemelli – spiega Marco Raffaelli, direttore della Unità di Chirurgia endocrina e metabolica e ordinario alla Cattolica – di questi almeno la metà per tumori della tiroide, che possono insorgere anche in persone molto giovani. E sono in molti, soprattutto tra le giovani donne, ad avere una certa ritrosia ad accostarsi a questo tipo di intervento, per timore che possa lasciare una cicatrice visibile sul collo”.

Per questo – sottolinea Raffaelli – la nostra offerta si è arricchita di procedure che non lasciano cicatrici visibili, quali la chirurgia robotica per via transascellare, con il robot da Vinci. Ed è su questa scia che abbiamo deciso di ampliare la nostra offerta chirurgica con la Toetva”.

La prima paziente

L’innovativa procedura di tiroidectomia per via endoscopica è stata messa a punto per rispondere alle esigenze di alcuni pazienti, perlopiù donne, che non vogliono alcuna cicatrice al collo. I chirurghi  quando possibile così procederanno  all’asportazione della tiroide dall’interno della bocca, attraverso piccole incisioni praticate sotto il labbro inferiore.

Il primo intervento del genere è stato eseguito due settimane fa su una giovane paziente, proprio nel reparto di Endocrinochirurgia del Gemelli uno dei centri a più alto volume in Europa con oltre 1.500 tiroidectomia l’anno, metà delle quali per tumori.

La paziente sottoposta qualche settimana fa a questo intervento sta bene ed è molto soddisfatta dei risultati. “La maggior parte degli interventi di tiroidectomia – prosegue il professor Raffaelli – continueranno ad essere effettuati attraverso la collaudatissima tecnica chirurgica tradizionale e con la tecnica mini-invasiva video-assistita, che lascia in genere una cicatrice di piccole dimensioni (un paio di cm).

Ma per chi non vuole cicatrici sul collo, possiamo proporre la chirurgia robotica per via trans-ascellare e da oggi anche alla TOETVA, per cercare di offrire al paziente che abbiamo di fronte, l’intervento più consono alle sue esigenze”.

La tecnica TOETVA è relativamente recente (nasce nel 2014) e per arrivare ad utilizzarla è necessario effettuare corsi di formazione e simulazioni (cadaver lab), perché è un intervento che ha alcune peculiarità nella tipologia di approccio; non ci si può improvvisare insomma.

Eccellenza italiana

L’intervento resta al momento eseguito ancora in pochi centri in Italia e nel mondo, ha indicazioni limitate e richiede un’accurata selezione dei pazienti. Ma non è per tutti i pazienti: sono esclusi ad esempio quelli con tiroidi molto voluminose o in precedenza operati o irradiati sul collo.

La procedura si effettua in anestesia generale e con intubazione naso o oro-tracheale. Si praticano tre piccole incisioni all’interno della bocca, sotto il labbro inferiore, attraverso le quali si introducono gli strumenti endoscopici e si procede quindi all’intervento di tiroidectomia, rimuovendo poi la tiroide dalla bocca. L’intervento dura almeno un paio di ore. Tra le possibili complicanze, la lesione del nervo mentoniero, con perdita di sensibilità a livello del mento.