Nel reparto cardiologia degli Ospedali Riuniti di Anzio-Nettuno un importante passo avanti per gli esami non invasivi che portano alla scoperta delle aritmie
Un nuovo sistema per la diagnosi delle aritmie è stato utilizzato per la prima volta nella Asl Roma 6. Due i pazienti che ne hanno tratto per primi i benefici.
Il nuovo sistema per scoprire le aritmie è stato utilizzato, nella Asl Roma 6, da due pazienti degli Ospedali Riuniti di Anzio-Nettuno.
Si tratta di una mappatura non invasiva con tecnologia 3D del cuore, che consente di rilevare i ritmi cardiaci irregolari.
Il paziente indossa il giubbotto, che è dotato di 252 sensori e, attraverso di essi, viene trasmessa la mappatura in tempo reale, anche con un singolo battito.
In questo modo il personale medico è in grado di formulare la diagnosi, in maniera non invasiva, per individuare la strategia clinica da mettere in atto.
Ad utilizzare questo dispositivo è stato il team di Elettrofisiologia del direttore Uoc di Cardiologia, il dottor Natale Di Belardino. Questo nuovo esame, che si avvale del sistema Medtronic, è stato usato su due pazienti affetti da extrasistolia ventricolare frequente e complessa.
Nell’esame diagnostico tradizionale, invece, per questo tipo di patologia il riscontro avviene attraverso l’inserimento di un sondino nel cuore tramite un’arteria o una vena, con l’obiettivo di individuare l’origine dei ritmi cardiaci irregolari.
D’ora in poi, quindi, si avrà la possibilità di utilizzare il giubbotto per la mappatura dei disturbi del ritmo cardiaco senza dover introdurre cateteri all’interno di atri e ventricoli.
Questo rende il nuovo sistema anche adatto a tutti quanti in qualsiasi età.