Abbattuti i cavalli che vagavano nei pressi dell’Aurelia. Oipa: “Dovevano essere sedati non uccisi”

I cavalli liberi da giorni avvistati vicino l'Aurelia: ordinanza di cattura diventa spedizione per abbatterli. Oipa: "Richiesto accesso agli atti"

Foto non collegata ai fatti

Per i quattro cavalli che da giorni erano stati avvistati nei pressi della Strada Statale 1 “Aurelia bis”, e ritenuti rischiosi per l’incolumità pubblica, per il sol fatto di vagare senza controllo, non c’è più nulla da fare.

Ogni azione pensata per fermarli e catturarli, dopo che la libertà degli animali aveva fatto scattare un piano per il loro recupero in sicurezza, è stata sostituita in queste ore, da spari per ucciderli anziché sedarli, da parte di persone autorizzate. A prevedere la possibilità di abbattere gli animali, l’ordinanza emessa del sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi, su cui l’Oipa non ha escluso in queste ore accertamenti e azioni legali.

I cavalli liberi da giorni avvistati vicino l’Aurelia: ordinanza di cattura diventa spedizione per abbatterli. Oipa: “Richiesto accesso agli atti”

Non si danno pace i volontari dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), che da giorni stavano seguendo il caso dei quattro splendidi cavalli della Tuscia che stavano vagando liberi nella zona di Tarquinia, e fatti abbattere in queste ore, perché ritenuti pericolosi.

I movimenti improvvisi degli equini, sfuggiti al controllo del loro proprietario, avevano preoccupato l’amministrazione cittadina, che per garantire l’incolumità pubblica, dopo gli ultimi avvistamenti degli animali avvenuti vicino all’Aurelia Bis, aveva firmato un’ordinanza che ne autorizzava la cattura.

Una disposizione resa effettiva il 27 marzo scorso, da cui sembrava che l’intento fosse principalmente quello del recupero degli equini, da mettere in atto utilizzando la sedazione come unico ed efficace sistema per addormentarli, per poi riconsegnarli al proprietario.

Ad operazione partita invece, qualcosa è andato storto, facendo prevalere quella nota aggiunta all’ordinanza, che in casi estremi avrebbe acconsentito anche al loro abbattimento: “Con il solo fine – si legge – di garantire la pubblica incolumità”.

Quei fucili, che dovevano essere caricati di sostanze per la narcosi a distanza, sono diventati invece lo strumento della morte di questi animali, abbattuti all’improvviso a colpi di fucile, per motivi che da oggi si aggiungeranno alle altre cause di cui Oipa si è fatta carico negli anni, per accertare e conoscere la verità

“Vogliamo conoscere il perché non si sia riusciti a catturarli, sedarli, e riportarli nel controllo del proprietario” – hanno dichiarato, facendo sapere che il prossimo passo sarà la richiesta di accesso agli atti relativi all’abbattimento degli animali. Uno step da cui emergeranno le motivazioni che hanno richiesto di sparare, ma che se ritenute inidonee potrebbero far attivare un procedimento legale.

Nostro impegno sarà accertare se sono state messe in atto tutte le azioni necessarie a un recupero non cruento dei quattro cavalli, e quali siano stati gli effettivi e immediati pericoli per la pubblica incolumità che hanno portato a questo finale terribile” – hanno concluso.