Uno studio pubblicato da un’autorevole rivista scientifica evidenzia perdite di capacità intellettiva nei casi di Long Covid
Il Long Covid produce seri danni al cervello e può portare anche a una riduzione delle capacità mentali e intellettive delle persone colpite più pesantemente dal virus. Quello che fino a poco tempo fa era solo un sospetto, oggi è diventato, purtroppo, una certezza.
Uno studio apparso su una rivista scientifica Internazionale ha, infatti, rivelato che i pazienti colpiti dal Covid 19 in forma persistente presentano una diminuzione di 6 punti del loro quoziente intellettivo. E chi ha avuto la malattia in forma grave arriva a mostrare un abbassamento anche di 9 punti.
Ne abbiamo parlato con il noto virologo Fabrizio Pregliasco.
“Quello che sta emergendo purtroppo sono effetti anche di lunga durata riguardanti l’attività cerebrale -puntualizza il medico- si è parlato anche di questa nebbia, questa difficoltà alla concentrazione del Long Covid, quindi delle situazioni delle settimane successive alla forma, appunto, acuta. Questo studio che ancora deve essere consolidato e validato va visto come un’apertura a un filone di ricerca il quale evidenzia una perdita purtroppo importante delle capacità cognitive. Una perdita anche di diversi punti, tra virgolette, riguardanti il quoziente intellettivo, e cioè la capacità di risolvere quiz e prove di ampio utilizzo nel valutare il livello della capacità di astrazione e di ragionamento”.
Insomma, quella nebbia cognitiva, quella stanchezza mentale denunciata dalle persone colpite dal Long Covid non sono solo una conseguenza di uno stato di debilitazione, ma un vero e proprio danneggiamento del cervello provocato dal virus come appurato dagli autori della ricerca che può essere consultata a questo link.
“E tutto questo è inquietante -puntualizza Pregliasco– perché a volte si tratta di perdite magari minimali In termini numerici, ma che possono comunque incidere sulla qualità della vita e soprattutto sull’attività lavorativa se la persona che ne soffre, per esempio è un ingegnere, un tecnico, un medico. Vale a dire professionisti che devono fare un uso molto efficace e efficiente della propria capacità cognitiva. Questo studio sicuramente apre la strada per comprendere meglio il meccanismo che produce il danno e che ancora non è evidente, ma di cui vediamo gli effetti. Il secondo step sarà approfondire e verificare le ragioni per cui tutto ciò accade”.
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