La Regione Lazio aggiorna la lista dei prodotti agroalimentari tipici da non perdere

Altre nove ricette entrano a far parte dei prodotti nazionali di assoluta eccellenza

L’elenco nazionale dei Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) si arricchisce di altre nove eccellenze provenienti dal Lazio sulla base di quanto disposto dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf). Per acquisire il rango di Pat, un prodotto deve, infatti, essere necessariamente caratterizzato, da “metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali” e per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

Altre nove ricette entrano a far parte dei prodotti nazionali di assoluta eccellenza

Tra i nuovi Pat made in Lazio riconosciuti dal Masaf, tre rientrano nella categoria delle paste fresche e dei prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria. Si tratta della pizza rentorta fiamignanese originaria del Reatino che consiste in una pizza o focaccia tipica delle zone al confine tra Lazio e Abruzzo; del serpentone di Capena, località situata in provincia di Roma, dolce basato sull’impiego delle mandorle e, infine, del tortiglione di Jenne comune dell’hinterland capitolino situato sulle pendici dei monti Simbruini e dove da tempo viene preparata questa specialità che consiste nella realizzazione di un biscotto a base di farina di grano duro.

Le restanti sei ricette assurte al prestigioso elenco nazionale fanno tutte parte della categoria prodotti della gastronomiaTre provengono dalla Tuscia Viterbese: l’acqua cotta che rappresenta una zuppa contadina tipica della bassa Maremma e della Tuscia laziale; le fettuccine all’etrusca con funghi ferlenghi e salsiccia e il Mirandò o Mirandot di Tarquinia, un piatto di origine francese che nacque come pietanza di recupero della carne bollita.

Grazie ai nuovi Oscar della gastronomia sono quasi cinquecento i prodotti laziali nella classifica top dei prodotti nazionali

Altri due prodotti provengono dal reatino e sono i pizzicotti alla liscianara, un tipico primo piatto locale fatto con la pasta lievitata del pane e, appunto, pizzicati manualmente e fatti cuocere nell’acqua bollente prima di essere conditi con un sugo semplice aglio, olio e maggiorana e gli stringozzi aspresi di Casperia, in provincia di Rieti, un tipo di pasta fatta a mano simile alle fettuccine artigianali e condita con vari tipi di salsa.

L’ultimo piatto classificato proviene dalla Ciociaria. Si tratta delle sagne e fagioli di Arnara che nascono dalla combinazione di una pasta povera, simbolo della tradizione culinaria regionale condita in mille modi ma soprattutto con le tradizionali leguminose.

Con questi nuovi ingressi la regione Lazio sale a quota 472 specialità entrate a far parte dell’elenco nazionale in cui si colloca al secondo posto assoluto. Si tratta, in particolare, di 108 prodotti vegetali; 195 tra paste, dolci e prodotti da forno; 64 carni fresche; 48 formaggi; 10 preparazioni di pesce; 18 prodotti della gastronomia; 9 oli; 7 prodotti di origine animale (miele e ricotte); 9 tra distillati e bevande analcoliche e 4 condimenti.

L’importanza dei Pat non si limita alla sola eccellenza gastronomica ma si estende alla capacità di intrecciare le storie, anche secolari, delle nostre comunità, con il loro tessuto contemporaneo. Sono ‘portatori sani di identità, che contribuiscono in maniera tangibile e virtuosa alla crescita dei territori”, sottolinea Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario di Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio che ha istruito l’iter per il riconoscimento dei prodotti da parte del Ministero per le politiche agricole e che, da oltre 20 anni, contribuisce a preservare le radici, ma anche il patrimonio culturale delle realtà locali, offrendo allo stesso tempo importanti prospettive di sviluppo per le aziende della filiera e assistendo soggetti pubblici e privati nelle candidature per l’ambito riconoscimento.

I Pat rappresentano una ricchezza e una risorsa importante e hanno la capacità di attrarre turismo e legare alle tradizioni gli abitanti di quei luoghi”, puntualizza infine l’assessore Regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini.