Stop degli archeologi in un cantiere per la fibra ottica: dalla terra è emerso un reperto

Reperto di interesse archeologico trovato ad Anagni: nel territorio dove abitavano gli antichi popoli italici diversi ritrovamenti negli ultimi anni 

Nella foto non collegata ai fatti uno scorcio di Anagni

Da mercoledì 13 marzo, è un cantiere della fibra ottica avviato in via San Magno ad Anagni ad aver attirato l’attenzione dei tecnici impegnati nei lavori ma soprattutto della Soprintendenza Archeologica della Belle Arti e Paesaggio di Frosinone e Latina.

Durante la operazioni di scavo un reperto osseo di grandi dimensioni è venuto fuori smuovendo la terra in profondità, e facendo scattare lo stop dei macchinari da parte del tecnico archeologo che assisteva ai lavori. A distanza di quasi dieci giorni è ancora avvolta nel mistero la datazione del reperto.

Reperto di interesse archeologico trovato ad Anagni: nel territorio dove abitavano gli antichi popoli italici diversi ritrovamenti negli ultimi anni

Un altro piccolo tassello di storia potrebbe essere stato scoperto in questi giorni in una strada di Anagni, uno dei comuni dove negli ultimi decenni sono stati tanti i ritrovamenti di reperti utili a fare luce su vari aspetti della vita delle genti italiche, i popoli che hanno abitato l’ampio territorio tra i monti Ernici, le valli dei fiumi Sacco e Liri e la pianura pontina.

Un racconto complesso da spiegare che attraversa quattro secoli, e per la precisione quelli precedenti alle conquiste da parte di Roma, per comprendere il quale, lo scorso anno sono stati mesi in esposizione oltre 300 pezzi che provenivano da diversi contesti di scavo anche inediti, venuti alla luce proprio nei territori di Anagni, Frosinone, Pofi e Latina. La mostra intitolata “Antichi popoli italici: gli Ernici, i Volsci e gli altri” e allestita nelle sale di Palazzo Marchesi Campanari, resterà visitabile fino al 15 aprile 2024.

E’ stato durante le operazioni di scavo in un cantiere di Via San Magno, che l’individuazione di una grande reperto osseo è stato trovato in un cumulo di terreno, e grazie alla presenza di un archeologo, è stata messa in sicurezza l’area del ritrovamento per consentirne il recupero e l’avvio delle analisi degli esperti.

Un’innovativa tecnica messa a punto lo scorso anno da uno studio delle Università di Bologna e Genova, se applicata, potrebbe mappare il reperto in modo relativamente veloce in alta risoluzione, per stabilire la presenza del collagene, la proteina fondamentale per realizzare datazioni al radiocarbonio.

Una tecnologia che anche in questo caso consentirebbe non solo di rivelare la provenienza in termini di periodo storico del reperto, ma anche campionare questo importante contributo del patrimonio di reperti ossei antichi, e infine stabilire o meno la necessità di sospendere i lavori iniziati, ed iniziarne altri di tutt’altra natura.

Nonostante l’interesse dei residenti per il nuovo ritrovamento tra le vie della città, dopo quasi dieci giorni, aumentano i malumori per i disagi provocati dell’area cantiere sulla carreggiata