Un tesoro archeologico della prima epoca romana era nascosto in un appartamento dell'hinterland della Capitale: tra i reperti torsi e lastre decorate in marmo
Un vero e proprio tesoro di reperti archeologici risalenti alla prima epoca imperiale romana, si era aperto alla vista dei Carabinieri della Stazione di Castel Gandolfo intervenuti per l’operazione di sgombero di un appartamento rivelatori poi un deposito di preziosi resti mai dichiarati alle Autorità, tra statue e rivestimenti marmorei.
Un tesoro di inestimabile valore che poche ore fa è stato finalmente restituito alla collettività, tornando a far parte del Patrimonio Culturale di Roma sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
Un busto maschile in marmo, copia dell’Eros di Tespie eseguito nel IV secolo a.C. dello scultore greco Lisippo, insieme ad un secondo busto e una lastra finemente decorata, sono solo una parte dei reperti archeologici ritrovati in un appartamento sgomberato di Castel Gandolfo, e da oggi invece divenuti patrimonio visibile del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano.
La serie di oggetti antichi preziosi risalenti alla prima epoca imperiale romana, nella quale sono compresi anche un basamento di marmo di una statua, un rivestimento marmoreo e un’anfora da trasporto, tornarono alla luce grazie ad un’imponente operazione delle forze dell’Ordine.
Furono i Carabinieri della Stazione di Castel Gandolfo a rinvenire i numerosi frammenti durante lo sgombero di una lussuosa abitazione, e con la collaborazione del reparto specializzato di Tutela Patrimonio Culturale di Roma e della Soprintendenza Archeologia, si occuparono di mettere al sicuro quel tesoro nascosto di ignota provenienza, e detenuto illegalmente tra quelle quattro mura.
Dopo il sequestro e un lungo lavoro di catalogazione dei frammenti, partì poi l’iter giudiziario presso il Tribunale di Velletri giunto solo pochi giorni fa alla confisca dei beni che sono entrati a far parte del patrimonio ospitato nel Museo Nazionale Romano.
La consegna il Professor Stéphane Verger nominato direttore del Museo nel 2020, è infine avvenuta la scorsa domenica con una cerimonia a cui seguirà presto la collocazione negli spazi museali dei reperti ritrovati.