Guidonia, violenze alla moglie: divieto di avvicinamento a tutta la famiglia

Per un 50enne violento scatta il divieto di avvicinamento a tutta la famiglia, genitori, figli e sorella compresa

Maltrattamenti in famiglia, violenza di genere
Foto di archivio

Il divieto perentorio: non potrà avvicinarsi a meno di un chilometro a nessun componente della famiglia, compagna figli genitori e sorella compresa, pena il carcere. E’ la misura cautelare inflitta a un 50enne di Guidonia che per anni ha sottoposto la compagna a una serie di violenze, tra schiaffi, morsi e minacce, facendo però vivere nel terrore anche il resto della famiglia.

Per un 50enne violento scatta il divieto di avvicinamento a tutta la famiglia, genitori, figli e sorella compresa

Ad eseguire la misura i poliziotti della squadra anti violenza del commissariato di Tivoli guidata dal sostituto commissario Davide Sinibaldi, a conclusione di una indagine coordinata dalla locale procura.

Per il 50enne, residente a Guidonia Montecelio, è stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a 1 chilometro dai luoghi abitualmente frequentati dall’ex compagna, dall’abitazione dei suoi genitori e della sorella, dalla scuola frequentata dai figli, ciò per il reato di maltrattamenti in famiglia subiti sin dal 2022.

Il divieto con braccialetto elettronico

All’uomo, che annovera precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona, è stato anche applicato il divieto di comunicare, direttamente o indirettamente, con la vittima con qualsiasi mezzo, inclusi i mezzi telematici, informatici o telefonici, nonché, per garantire una maggiore tutela della sua ex compagna, anche l’applicazione del cd. “braccialetto elettronico”.

Esigenze cautelari che trovano fondamento, come scrive il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli che ha emesso il provvedimento, nella “…reiterazione delle condotte in danno dell’integrità psicofisica della persona offesa, che, con tutta evidenza, connotano la personalità dell’indagato come prevaricatrice e rivelatrice dell’incapacità di reprimere le pulsioni lesive dell’altrui integrità fisica e psicologica…”.

Nella quotidianità della donna, anche sul posto di lavoro, sempre più frequenti erano le aggressioni fisiche con morsi, calci, schiaffi, colpi in testa e tirate di capelli (“…Finché non ti esce il sangue non ti ho massacrata…”, le diceva l’ex compagno), le ingiurie, gli atti persecutori con minacce di morte persino con l’uso di un coltello (“…io ti porterò all’altare non sposandoti, ma nell’altro modo…” e “…mi faccio carcerà, ma ti ammazzo…”).

Violento anche con l’ultima compagna

La giovane aveva iniziato anche un percorso presso un Centro Antiviolenza poi da lei interrotto in quanto il compagno l’aveva convinta che era normale che le coppie litigassero.

Il 50enne è risultato non nuovo a simili condotte persecutorie, poste in essere anni prima, con analogo modus operandi, anche nei confronti di una precedente compagna.

Peraltro, a riprova della sua pericolosità, non ha esitato a perseverare nella sua condotta persecutoria nei confronti dell’ultima compagna sebbene sottoposto a un provvedimento di Ammonimento irrogatogli dal Questore di Roma.