Ostia, Labur avverte il X Municipio: “Il chiosco è abusivo, non si può riqualificare”

Abusivo e quindi da demolire il chiosco che l’amministrazione locale vorrebbe invece affidare a privati per la gestione di un punto di ristoro

E’ una storia di abbandono ma anche di irregolarità amministrative quella in cui giace da undici anni il chiosco bar presente all’interno del Parco Willy Ferrero in piazzale Gasparri a Nuova Ostia. Una storia mai veramente decollata e a cui il X Municipio vorrebbe dare nuova linfa riprendendo in consegna la struttura per poi avviare un nuovo iter di affidamento in concessione di un bene pubblico che in realtà andrebbe abbattuto.

Abusivo e quindi da demolire il chiosco che l’amministrazione locale vorrebbe invece affidare a privati per la gestione di un punto di ristoro

E’ quanto denuncia LaBur, laboratorio di urbanistica in relazione alla Direttiva di Giunta n. 6 del 31 gennaio scorso con cui gli assessori all’Ambiente, Valentina Prodon e al Patrimonio Guglielmo Calcerano hanno reso note le intenzioni dell’amministrazione locale che puntano a  rivitalizzare un’area caratterizzata da situazioni di degrado urbano che si protraggono da tempo.

Le intenzioni sono lodevoli, considerato il fatto che l’obiettivo cavalcato dai due assessori è di mettere il chiosco a disposizione della cittadinanza in qualità di punto di ristoro destinato a inserirsi in un più ampio ventaglio di iniziative di riqualificazione di piazzale Lorenzo Gasparri.

Peccato che per fare questo, rilevano i tecnici di LaBur, l’amministrazione competente si stia muovendo su un crinale destinato a sfociare nell’illegalità.

Nel 2013 la struttura era stata inserita all’interno dei beni che il Comune di Roma Capitale aveva inserito in un elenco di “punti verde” qualità da assegnare a privati mediante appositi bandi di gara. La determinazione dirigenziale CO/98776/2013 fissava a una durata massima di otto anni non prorogabili l’atto di designazione a vantaggio dei privati aggiudicatari chiamati a prendersi carico di una serie di attività correlate all’esercizio del punto di ristoro.

L’abbandono del progetto originario e la possibilità che all’interno della zona demaniale inedificabile oltre al porto turistico di Ostia ci siano anche le case Armellini

La concessione a privati di suolo pubblico contemplava la realizzazione di un chiosco con una superficie complessiva di 100 metri quadri con obblighi di manutenzione della recinzione e dell’arredo urbano già esistenti oltre a quelli di gestione, manutenzione, custodia e sorveglianza dell’intero parco insieme all’attività di somministrazione di alimenti e bevande aperta al pubblico.

Tutte finalità e scopi più che lodevoli, se non fosse per il fatto che la struttura da adibire a ristoro si trova nella fascia di inedificabilità prevista dall’articolo 55 del Codice della Navigazione e che è pari a trenta metri dal demanio marittimo. Inedificabilità della fascia costiera che non può essere disattesa da indicazioni o provvedimenti di fonte comunale e tanto mano di matrice municipale.

LabUr annuncia pertanto iniziative dirette a garantire il pieno rispetto della legalità delle misure che saranno adottate in merito e che presentano una singolare uniformità con profili oggetto di analoghe iniziative di carattere giudiziario assunte in merito alle strutture situate sulle spiagge libere di Ostia (leggi qui).

Strutture che sono al centro di una serie di contestazioni inerenti il bando per l’assegnazione delle relative autorizzazioni recentemente pubblicato dall’amministrazione comunale (leggi qui).

La questione inerente il chiosco del giardino di Piazzale Gasparri ha, tuttavia, una valenza di carattere generale i cui effetti sono strettamente connessi alla precisa individuazione del limite presso cui inizia la zona del demanio marittimo in cui è proibito innalzare costruzioni.

Questo limite va ora chiarito, rileva LaBur, per sapere con esattezza se al pari del chiosco debbano essere considerate abusive e in linea teorica suscettibili di interventi di rimozione altre strutture esistenti sul lungomare di Otia Ponente a “partire dal Porto Turistico di Roma fino al Canale dei Pescatori e in cui rientrano anche i caseggiati di edilizia residenziale pubblica Armellini”.

Il concetto è che se queste strutture sono prive delle prescritte autorizzazioni andranno demolite e solo in caso contrario mantenute nel novero dei beni afferenti al patrimonio comunale.

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