La testimonianza della fondatrice di Animenta che ha superato l'anoressia: come fare per affrontare il percorso e uscire dal tunnel
Gli ultimi dati che fanno riferimento ai disturbi alimentari sono preoccupanti. In particolare un incremento del 30% si è verificato dopo la pandemia. Ad essere interessati sono soprattutto i giovani, che hanno risentito più di tutti del periodo di isolamento sociale vissuto durante il Covid. Di questa malattia si parlerà sabato 16 marzo, in un evento collegato alla Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, che ricorre venerdì 15 marzo.
Secondo i dati del 2023 forniti dall’Osservatorio ABA e ISTAT sono circa 3 milioni gli italiani che soffrono di disturbi alimentari. Sono colpiti, in particolar modo, i giovani. Un problema che ha subito un’impennata con l’isolamento causato dalla pandemia.
In base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità l’anoressia colpisce in circa il 42,3% dei casi, la bulimia nervosa il 18,2%. Ma ci sono anche altri tipi di disturbi, come il binge eating disorder ovvero le abbuffate incontrollate di cui soffrono il 14,6% delle persone. E poi la drunkoressia, l’ortoressia, il disturbo evitante-restrittivo e altre tipologie di disturbo.
Sabato 16 marzo in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Rosa, è in programma al Monk di Roma (via Giuseppe Mirri 32) un evento, che si svolgerà dalle 15.30 alle 20, dal titolo “AltriCorpi: dialoghi per nuove narrazioni dai Disturbi Alimentari ai corpi non conformi”. Sarà gratuito ed aperto al pubblico, con medici ed esperti del settore che si confronteranno su questo tema.
L’organizzazione è a cura di Animenta, con il dottor Edoardo Mocini e Giulia Paganalli, una community online di 44mila persone.
Ci sarà la fondatrice di Animenta, Aurora Caporossi, 26 anni, romana, che a 16 anni ha sofferto di anoressia nervosa, e saranno raccontate diverse storie tra cui quella di una ragazza che ha ricevuto diagnosi e terapie sbagliate pur soffrendo a tutti gli effetti di anoressia.
La difficoltà iniziale, infatti, è quella di riconoscere la malattia da parte della persona e della famiglia. Poi, una volta capito che esiste un problema, ne nasce un altro: avere il giusto orientamento e affidarsi a persone che sappiano affrontare questa malattia. Una parola o un passo sbagliato infatti, anche da parte di specialisti non del settore, possono fare danni enormi.
Negli ultimi tempi il problema ha assunto proporzioni talmente preoccupanti che se ne sta parlando molto di più.
Come spiegato dagli organizzatori l’obiettivo di “Altri Corpi” è quello di creare un momento informativo per “promuovere una corretta cultura sui disturbi del comportamento alimentare, invitando a non ragionare per stereotipi e a considerare la complessità psichica, sociale e culturale del problema”.
Verranno approfonditi diversi aspetti attraverso la trattazione di quattro macro temi: corpo, la sua percezione da parte di chi soffre; salute, i sussidi sanitari e le soluzioni che esistono e che il più delle volte non funzionano; social media, per riflettere sui linguaggi utilizzati sui social per discutere di disturbi alimentari; storie, le testimonianze di ragazzi della community di Animenta che hanno affrontato la malattia e sono riusciti a gestirla.
Le difficoltà che si hanno nell’affrontare e gestire le situazioni sono riassunte dalla fondatrice di Animenta.
“Ricordo benissimo – afferma Aurora Caporossi, interpretando con la sua testimonianza le difficoltà incontrate dalla maggioranza delle famiglie – il senso di disorientamento e di incomunicabilità che viene percepito da chi sta attraversando la malattia e non sa a chi rivolgersi. Questo, insieme alla mancanza di coordinamenti territoriali nella gestione delle cure e ai costi elevati che restano a carico delle famiglie, costrette spesso a rivolgersi a specialisti privati, mi ha portato a fondare Animenta”.
Venerdì 15 marzo appuntamento per gli stessi obiettivi anche presso la Casa di Alice, in via Colautti 30. La struttura sarà aperta ai cittadini dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.30 alle ore 17.30 per informazioni e consulenze nel sostegno al contrasto dei Disturbi della Nutrizione ed Alimentazione. La Casa di Alice, un centro specialistico di 2^ livello, riceve di ruotine pazienti dai 10 ai 45 anni di età, ed è composta da una équipe variegata e specializzata, che si occupa delle attività cliniche ad hoc, come la presa in carico diagnostica e terapeutica delle persone che manifestano anoressia, bulimia e binge eating.