Panico a Termini per il blitz di due attiviste: entrate gridando "Stiamo bruciando" hanno lanciato vernice rossa ovunque per simulare il sangue della violenza sulle donne
Dopo il blitz dell’8 marzo al Campidoglio con il lancio di mimose sporche di finto sangue, le femministe del gruppo denominato “Bruciamo Tutto”, sono tornate all’attacco stamattina a Termini, prendendo di mira pavimenti e negozi nell’ingresso e bersagliandoli con vernice rossa.
Un blitz che è riuscito perfino a far scattare l’allarme della Stazione, prima che le Forze dell’Ordine intervenissero per bloccare le donne, intenzionate a proseguire gli atti vandalici di protesta contro gli episodi di molestie e stupri nelle stazioni.
Sono entrate dall’ingresso principale di Termini che affaccia sul Piazza dei Cinquecento, e una volta dentro si sono posizionate a favore delle vetrine di alcuni negozi per lordarle con abbondante vernice rossa, lanciata poi anche sul pavimento della stazione.
Un blitz a firma di una coppia di attiviste di “Bruciamo Tutto”, già note per le modalità delle azioni di protesta, che stamattina hanno fatto perfino scattare il sistema di allarme.
Dopo i primi momenti di panico tra la gente in fila alle biglietterie e nell’area commerciale, impaurita all’idea di un attacco terroristico in corso, il sopraggiungere delle forze dell’ordine ha focalizzato l’attenzione su queste due persone, svelando le intenzioni del gesto vandalico.
Le donne circondate e bloccate, a quel punto si sono sedute per terra tra gli schizzi di vernice rossa usata per simulare il sangue versato della donne vittime di violenza, lo stesso messaggio utilizzato al Campidoglio sulle mimose lanciate sul palco durante un incontro dedicato al mondo femminile.
Il gesto vandalico alla stazione è stato messo in atto per manifestare contro i continui episodi di molestie, stupri e violenze subite dalle donne anche negli ambienti delle stazioni.
Scopo delle azioni subito rivendicate dalle attiviste di Bruciamo Tutto, è anche quello di chiedere un reddito di liberazione per le persone che subiscono violenza domestica e non hanno mezzi per uscirne e rifarsi una vita. Sulle donne fermate intanto sono stati avviati accertamenti. Ora dovranno rispondere delle modalità della loro protesta e dei danni arrecati.