Scioperi marzo 2024, tutte le date da segnare sul calendario: dai trasporti alla scuola

Tutte le date da segnare in agenda

Scioperi di Marzo 2024
Scioperi di Marzo 2024 - canaledieci.it

Il mese di marzo 2024 sarà costellato di nuovi scioperi. Dalla scuola, ai trasporti, fino all’agitazione in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Ecco tutte le date da segnare in calendario.

Scioperi Marzo 2024: tutte le date

Trasporto pubblico locale, scuola, e 8 Marzo. Sono diversi gli scioperi proclamati per il mese di marzo 2024. Andiamo a vedere nel dettaglio tutte le date da segnare in agenda di cortei e manifestazioni nelle città italiane.

Scioperi di Marzo 2024
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L’elenco degli scioperi di marzo 2024

Ecco nel dettaglio tutti gli scioperi del mese di marzo 2024.

  • 8 marzo: sciopero generale per la Giornata Internazionale della Donna;
  • 13 marzo: sciopera di 8 ore per il personale di Rfi addetto alla manutenzione delle infrastrutture;
  • 18 marzo: sciopero di 4 ore, dalle 09.30 alle 13.30, per i trasporti in Sicilia (aziende della Regione Sicilia, Segesta Autolinee, Sicilbus, Etna Trasporti e Interbus Regione Sicilia). Per tutta la giornata sono chiamati all’astensione i lavoratori di Tep a Parma. Il 19, invece, tocca a Bolzano;
  • 22 marzo: sciopero di 24 ore del trasporto pubblico di Atm a Milano;
  • 23 marzo: sciopero proclamato dall’Assemblea Nazionale PDM/PDB per il personale di macchina e di bordo di Ferrovie dello Stato, dalle 21 del 23 marzo alle 21 del 24 marzo. Sempre il 23 marzo dalle 10 alle 18 scioperano i lavoratori della società Enav di Verona Aeroporti e quello navigante e di condotta di Air Dolomiti. Infine, sciopero di 24 ore per il personale di Busitalia – Sita Nord Regione Umbria.

8 marzo: sciopero generale per la Giornata Internazionale della Donna

La giornata più calda sarà ovviamente quella legata allo sciopero generale in occasione della Giornata Internazionale della Donna. E’ stato proclamato uno stato di agitazione di 24 ore per le lavoratrici e i lavoratori di tutti i settori: pubblici, privati e cooperativi. A proclamarlo sono Adl Cobas, Cobas Sanità Università e Ricerca, Cub, Slai Cobas per il sindacato di classe, Usb e Usi.

Gli orari dello sciopero:

Se per la maggior parte dei settori la chiamata all’astensione dal lavoro copre l’intera giornata, per il personale addetto alla circolazione e all’attività ferroviaria si va dalle ore 00.00 alle ore 21.00. Per i Vigili del Fuoco, invece, va dalle 8 alle 14; per la Sanità da inizio primo turno a fine ultimo turno. Per le Autostrade si inizia alle 22 del 7 marzo e si finisce alla stessa ora del giorno dopo.

Le rivendicazioni:

Tra le motivazioni dello sciopero, la protesta contro la disparità salariale di genere, che attraversa ancora tutti i settori lavorativi. Ma anche contro i numerosi femminicidi che continuano a segnare le cronache italiane.

8 marzo, parla il Garante per gli scioperi:

Intanto, il Garante per gli scioperi ha ridimensionato l’agitazione nazionale. La commissione di garanzia ha segnalato irregolarità nel settore del trasporto passeggeri, impedendo a una considerevole parte dei lavoratori di partecipare alle proteste. La partecipazione agli scioperi generali è vietata nei settori del trasporto aereo, ferroviario, marittimo e pubblico locale.

Nel suo intervento dell’1 marzo, la Commissione ha comunicato le irregolarità alle organizzazioni sindacali coinvolte, stabilendo che solo lo sciopero proclamato dal sindacato Slai Cobas riguarderà il trasporto passeggeri. La Commissione ha anche esortato i sindacati a escludere specifici settori in Abruzzo, a causa delle consultazioni elettorali del 10 marzo.

Dalla sua la CIGL sottolinea che l’8 marzo non è una festa, ma un momento di lotta condivisa e collettiva. Diverse organizzazioni sindacali parteciperanno all’agitazione generale, sottolineando la necessità di combattere per i diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione e la parità salariale. Il comunicato denuncia un attacco ai diritti conquistati dalle donne nel corso degli anni, evidenziando la persistenza del gender pay gap e del lavoro precario in Italia.