Roma, “femministe” scatenate sulla Metro B: imbrattate le stazioni. Atac: “Rischio treni fuori servizio”

Imbrattate più stazioni: azione di un gruppo di "femministe" contro la violenza sulle donne

Gruppo di “femministe” scatenate sulla metro B: imbrattate più stazioni e tre convogli con slogan contro la violenza sulle donne. Del tipo: “Fuoriose” o “Sorella non sei sola“. Un’azione incivile secondo Atac che ha annunciato il rischio di “treni fermi per domani“.

Imbrattate più stazioni: azione di un gruppo di “femministe” contro la violenza sulle donne

In azione un gruppo di una cinquantina di donne, per lo più giovanissime che nel tardo pomeriggio di oggi hanno imbrattato con bombolette di vernice spray più stazioni e dei convogli della metro scrivendo slogan contro le violenze riservate al mondo femminile dagli uomini. “Abbasso lo stupro”, “Meno polizia, più transfemminismo”, “Furiose” e “Sorella non sei sola“, tra le scritte lasciate sui muri della stazione e su tre treni.

L’azione è partita dalle 18.45 lungo la tratta della metro B dalla stazione Laurentina, dove è stato registrato il primo blitz del gruppo, e si è chiusa, dopo l’imbrattamento di varie stazioni, a Piramide.

In tutto sono state colpite quattro stazioni: Laurentina, Eur, Marconi e Piramide.

Le donne, per non rendersi riconoscibili, hanno organizzato il blitz con indosso passamontagna, cappucci, mascherine e sciarpe. Ora rischiano una denuncia.

La rivendicazione

Alcune scritte sono state firmate “Aracne”, sigla che farebbe capo al gruppo femminista radicale che in passato aveva pubblicizzato le “passeggiate indecorose” rivendicando il diritto di riprendersi la sicurezza nelle strade.

Atac, già dalle prime segnalazioni dei vigilantes, ha immediatamente allertato Polizia e carabinieri. E dato l’allarme: “Treni a rischio per domani“.

Alcune attiviste sono state poi fermate e identificate dagli agenti della Polizia di Stato in via Marmorata.

Rischio stop per la metro

Intorno alle 19 un gruppo numeroso di persone, alcune con il volto travisato da passamontagna, si è introdotto fra le stazioni di Laurentina e Piramide vandalizzando le stazioni e almeno tre treni, imbrattati anche con bombolette“, ha fatto Atac.

L’azienda inizierà subito le operazioni di pulizia e di riordino dei mezzi e delle stazioni, ma, oltre ai costi provocati da questi comportamenti incivili, vi è il rischio di non aver domani i treni a disposizione per il servizio“.

Nel pomeriggio altra azione

Oggi altra azione: imbrattata la foto della rettrice de La Sapienza in risposta del caso di 13 studentesse che sarebbero state molestate da prof e assistenti.

Da Torino a Roma: vittime mai”. Verso lo sciopero generale e la manifestazione dell’8 marzo indetta dal movimento transfemminista Non una di Meno, e dopo le molestie denunciate nei giorni giorni scorsi anche a Torino, le studentesse di Roma protestano sotto il Rettorato dell’Università Sapienza.

Non bastano le poche parole della rettrice Polimeni. Siamo qui perché nonostante le denunce arrivate da Torino, la Rettrice ancora non si è pronunciata, se non in un’intervista parlando di ‘mele marcè da denunciare”, ha detto una studentessa di Cambiare Rotta.

Lo scorso anno La Sapienza ha reso noto che ci sono solo 13 denunce da parte di studentesse iscritte all’Università, ma non è vero. Noi ne contiamo più di 150, ma in molte hanno paura di esporsi e denunciare”, hanno precisato le studentesse.

L’8 marzo saremo piazza”. Alcuni giovani hanno poi preso un’immagine che ritraeva la rettrice imbrattando con la vernice rossa.

“Atto di inciviltà”

Tra le prime persone a esprimere solidarietà alla rettrice l’assessore all’Università della Regione Lazio. “Desidero esprimere piena solidarietà alla rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni per quanto accaduto oggi nell’Ateneo romano. È stata una brutta pagina di inciviltà”, il commento dell’assessora Luisa Regimenti.

Gli studenti hanno tutto il diritto di esprimere dissenso, ma non è certo con le provocazioni e gli atti di vandalismo che si favorisce un confronto sereno. Torniamo a vivere l’Università come luogo di confronto dove è possibile dialogare con rispetto e comprensione”.