Acilia, studio medico abusivo da quarant’anni sgomberato dalla polizia di Roma Capitale

Lo studio medico conosciuto da moltissimi pazienti presenti sul territorio è stato posto sotto sequestro

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Da quarant’anni occupava un alloggio di proprietà dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) che aveva adibito a uno studio medico posto al servizio di centinaia di pazienti che abitano nel X municipio.

Lo studio medico conosciuto da moltissimi pazienti presenti sul territorio è stato posto sotto sequestro

Il professionista era regolarmente iscritto all’ordine dei medici ma era entrato illegalmente in possesso di quell’abitazione ma senza averne le prescritte autorizzazioni.

L’appartamento, situato in via Cesare Maccari ad Acilia, è finito al centro di un’indagine effettuata dagli agenti della polizia di Roma Capitale insieme alla Prefettura e alla Questura di Roma.

Nella giornata di ieri, giovedì 29 febbraio, il personale del Gruppo Sicurezza Sociale Urbana (GSSU) della polizia locale, supportato dai vigili del X Gruppo Mare ha provveduto a sgomberare lo studio medico abusivo e denunciato il medico 74enne per occupazione abusiva, cambio di destinazione d’uso e abusi edilizi.

Si tratta di una delle ultime operazioni effettuate dai caschi bianchi per liberare appartamenti occupati da persone che non ne hanno titolo. Sempre nella giornata di ieri ha destato particolare clamore l’intervento effettuato in un alloggio Ater su cui erano in corso lavori di rifacimento in vista della successiva assegnazione agli aventi diritto.

Nonostante i lavori in corso alcune persone non autorizzate avevano occupato l’appartamento situato presso il serpentone situato nella zona periferica di Corviale cambiando la serratura e apponendo davanti alla porta d’ingresso un cancelletto di ferro per impedire l’accesso ai locali in cui erano penetrati commettendo infrazione.

Arrivate alcune segnalazioni di rumori avvertiti all’interno dell’alloggio, gli agenti del XI Gruppo Marconi della Polizia Locale di Roma Capitale sono intervenuti sequestrando il locale all’interno del quale non cera più alcuna persona e avviando le indagini utili a risalire all’identità di chi lo aveva nel frattempo occupato senza averne titolo (leggi qui).

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