Roma, gara taroccata per la gestione buoni pasto: sequestro per 20 milioni di euro

Nel mirino un appalto milionario per i buoni pasto: 4 gli indagati. Si procede per truffa ai danni dello Stato

Guardia di Finanza

Gara sospetta per l’aggiudicazione del servizio dei buoni pasto per i dipendenti pubblici, le Fiamme Gialle procedono al sequestro preventivo per 20 milioni di euro nei confronti di una società leader nel settore.

Nel mirino un appalto milionario per i buoni pasto: 4 gli indagati. Si procede per truffa ai danni dello Stato

A finire sotto la lente di ingrandimento della procura di Roma i buoni pasto gestiti dal colosso Edenred Italia Srl. Responsabili della società avrebbero tra l’altro “fatto sottoscrivere agli esercizi commerciali convenzionati accordi paralleli rispetto a quelli previsti dalla gara”. Per questo motivo i baschi verdi hanno sequestrato 20 milioni di euro all’azienda.

“Turbativa d’asta” e “truffa ai danni dello Stato”, sono le accuse contestate a vario titolo a Fabrizio Ruggiero e Mari Gildas Erulin Arnaud, rispettivamente amministratore delegato e presidente del Cda. Nella lista degli indagati sono finiti anche l’ex Ad Luca Albino Palermo e Stanislas Andrea Jacques De Bourgues.

Nel mirino del pm Carlo Villani ci sono quattro lotti. Riguardano Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Umbria, Campania e Sicilia.

Le contestazioni

Nell’indagine si procede per truffa ai danni dello Stato e turbata libertà degli incanti a carico dei quattro legali rappresentanti della società succedutisi nel tempo. Avrebbero violato le regole del bando di gara milionario.

Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, hanno permesso di ricostruire una gara sospetta per l’affidamento del servizio di buoni pasto per la Pubblica Amministrazione per un importo a base di gara pari di 1.250.000.000, che avrebbero determinato a vantaggio della società l’illegittima aggiudicazione e la connessa esecuzione di 4 lotti per un valore complessivo di circa 580 milioni di euro.

Nel dettaglio, secondo l’ipotesi di reato la società aggiudicataria ed emittente i buoni pasto, in fase di presentazione dell’offerta avrebbe falsamente dichiarato l’equivalenza tra il ribasso (o “sconto”) praticato alla P.A. e la commissione (o “sconto incondizionato”) applicata agli esercizi convenzionati, presupposto stabilito a pena di inammissibilità dalla legge di gara.

Con la stipula di accordi paralleli, invece, la società aggiudicataria avrebbe di fatto retrocesso agli esercizi convenzionati parte della prevista commissione, applicando così uno sconto maggiore rispetto a quello praticato alla Pubblica Amministrazione e, in tal modo, violando le regole imposte dal bando.

L’indagine pende nella fase delle indagini preliminari, nella quale vige la presunzione di non colpevolezza, e il provvedimento del G.I.P. può essere impugnato nelle sedi competenti.

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