Una enorme villa con piscina, più bische e un autosalone. Ed ancora società, auto e terreni. Questa mattina tra Roma e Ardea gli uomini della Divisione Anticrimine della Questura di Roma hanno eseguito un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca del valore di 4 milioni e mezzo. Beni ritenuti acquistati coi proventi del traffico di droga.
Il sequestro preventivo scattato per una enorme villa con piscina, società, auto e terreni
A emettere il provvedimento, ai sensi della normativa antimafia, la sezione delle misure di prevenzione del Tribunale di Roma su proposta del Procuratore e del Questore di Roma. I tre proposti risultavano poveri per il fisco mentre gestivano l’enorme patrimonio accumulato col narcotraffico.
I beni sequestrati
Nell’operazione – battezzata Game over – sono state sequestrate 4 società di cui due operanti in Pomezia e una ad Ardea nel settore della raccolta di scommesse, e un autosalone a Roma, nonché 4 immobili tra cui una enorme villa con piscina oltre a terreni a Roma, Pomezia e Aprilia.
Sono stati sequestrati, inoltre, 3 auto di lusso, polizze assicurative e di pegno e conti bancari, per un valore complessivamente stimato di circa 4,5 milioni di euro.
Dietro lo smercio di droga
Beni secondo gli investigatori riferibili ai capi di un’associazione, attiva sin dal 2012 nel territorio di Roma Torrino-Mezzocammino e addentrata nel litorale tra i comuni di Pomezia, Torvaianica, Ardea, Anzio, Nettuno ed Aprilia.
Una associazione attiva nello smercio, al dettaglio e all’ingrosso, di cocaina, hashish e marijuana, sgominata nell’operazione denominata “All In”, condotta dalla Squadra Mobile con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Il 14 novembre 2023, infatti, sono state eseguite misure cautelari personali nei confronti di 30 soggetti accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di arma da fuoco, trasferimento fraudolento di valori ed auto riciclaggio.
Per tali vicende i principali indagati, tra i quali i 3 destinatari degli odierni provvedimenti di sequestro, sono tuttora detenuti.
Il riciclaggio
Sulla base delle indagini patrimoniali svolte dagli investigatori della Divisione Anticrimine della Questura romana, il Tribunale ha ritenuto i capi della organizzazione soggetti socialmente pericolosi perché con le loro condotte illecite avrebbero accumulato ingenti incassi. Beni incompatibili coi redditi dichiarati.