I tre rottweiler sono ora chiusi in un centro cinofilo in custodia giudiziale
Saranno sottoposti a perizia i tre rottweiler che domenica a Manziana hanno sbranato e ucciso Paolo Pasqualini, un 39enne del posto, attaccato dai molossi mentre faceva jogging nel bosco di Macchia Grande, e morto in maniera orribile nonostante un allevatore di passaggio abbia cercato di attirare l’attenzione dei cani per provare a salvarlo.
I rottweiler – Arian, Aron e Apollo – sono ora rinchiusi nel Centro cinofilo del Lago, a Bracciano, in custodia giudiziale.
Saranno sottoposti a perizie veterinarie per accertare il loro grado di aggressività e comprendere se quanto accaduto sia legato alla loro indole oppure a maltrattamenti, denutrizione o ancora a un addestramento sbagliato.
I cani erano rimasti a vivere nella villetta di Manziana quando il padrone – un operatore ecologico appassionato di quella razza – si è separato dalla moglie ed è andato a vivere nel viterbese.
A chiarire anche le modalità dell’aggressione l’autopsia sulla vittima: servirà ad accertare anche se l’uomo sia morto per le profonde ferite o per infarto causato dall’attacco.
Cruciali anche le conclusioni dei carabinieri su come i cani siano fuggiti dal terreno per raggiungere il bosco di Macchia Grande, a poche centinaia di metri di distanza.
C’è da capire se i rottweiler, infatti, abbiano sfruttato un buco nella recinzione oppure se il cancello sia stato lasciato aperto per una disattenzione. Lì, a Manziana, viveva la donna, che risulta proprietario del terreno. L’uomo invece, a cui i cani sono intestati, domenica era a Viterbo, nella nuova abitazione.
La procura di Civitavecchia ora sta valutando se contestare ai due ex coniugi il reato di omessa custodia e l’omicidio colposo.
Il proprietario dei cani, nel frattempo, si è chiuso in casa. “Sono sempre stati docili, cresciuti anche con bambini“, il suo sfogo. La ex moglie, cardiopatica, ha avuto un malore e il giorno della tragedia è finita in ospedale.
“Alla luce delle innumerevoli (e in taluni casi fantasiose) ricostruzioni della vicenda che stanno circolando sui media, ritengo doveroso fornire alcune precisazioni in merito alla posizione dei miei assistiti, che, allo stato, non mi risulta siano stati ancora iscritti nel registro degli indagati”, precisa l’avvocato Giancarlo Ascanio che assiste i proprietari dei cani.
“Occorre premettere innanzitutto, che l’ipotizzata esistenza di un allevamento clandestino sulla proprietà dei miei assistiti è totalmente infondata.
La provenienza dei cani Arian, Aron e Apollo è certificata e gli stessi sono stati regolarmente registrati all’anagrafe canina e coperti da garanzia assicurativa per responsabilità civile, come previsto dalla legge.
Gli animali, quindi, sono stati accolti in famiglia per compagnia e posti anche a guardia dell’abitazione che, come ormai noto alle cronache, si trova in una zona particolarmente isolata: la presenza dei cani nella proprietà dei miei assistiti, dunque, non costituisce fatto inusuale tenendo conto che tutte le abitazioni che si trovano nella zona, utilizzano canidi delle più svariate razze, per finalità di sicurezza.
Infondata è anche la notizia secondo cui i cani sarebbero fuggiti dalla proprietà in conseguenza dell’accidentale apertura del cancello: trattasi di una ricostruzione contraria alle evidenze che son già state portate all’attenzione della Polizia Giudiziaria“.
“Ritengo utile precisare – aggiunge il legale – che i cani in questione non hanno mai dato alcun problema, ne’ manifestato aggressività in alcuna forma, sono sempre stati seguiti da un veterinario di fiducia ed hanno convissuto fin da cuccioli sia con i proprietari che con i loro figli, di 11 e 13 anni.
Nella consapevolezza che questa vicenda costituisce un dramma prima di tutto per chi ha perso la vita e in attesa dei doverosi sviluppi investigativi, i miei assistiti, senza ipocrisia alcuna e anch’essi fortemente sconvolti e profondamente addolorati da quanto accaduto, intendono portare ai familiari della vittima il loro più profondo e sincero cordoglio”