Labur commenta in modo corrosivo l'andamento della discussione approdata al Municipio X riguardo il piano per l'utilizzo degli arenili
Riceviamo da Labur e volentieri pubblichiamo un commento fatto da Laboratorio per l’Urbanistica, che racconta cosa è accaduto quest’oggi, lunedì 12 febbraio, durante l’assemblea pubblica che si è tenuta ad Ostia, nella sede del Municipio X.
L’oggetto dell’assemblea pubblica, che era stata preannunciata pochi giorni fa era incentrato sul piano per l’utilizzo e del miglioramento degli arenili,
La consultazione era utile per realizzare la Valutazione Ambientale Strategica del P.U.A – ovvero il Piano Utilizzazione Arenili di Roma Capitale che rappresenta il regolamento utile a sostenere la riqualificazione ambientale delle aree marittime e demaniali del territorio del litorale romano, in particolare quelle coste che sono degradate da tempo.
Labur racconta così il confronto tenutosi quest’oggi, 12 febbraio sulla questione, in Municipio X: “Oggi è andato in onda un triste teatrino in Municipio X. Spacciata per “assemblea pubblica al fine di favorire un’ampia partecipazione sul Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) in un’aula consiliare che può contenere solo 25 posti, in realtà è servita al Comune di Roma per fare propaganda su un futuro waterfront che attende la Regione.
“L’ennesima presa in giro – specifica Labur – nei confronti dei cittadini. Innanzitutto, per legge non è prevista una simile iniziativa per le osservazioni alla VAS e venire a “fornire le indicazioni operative ai cittadini” per le osservazioni, a 15 giorni dalla scadenza e dopo 1 mese dalla pubblicazione dell’Avviso Pubblico per la VAS del PUA, non ci pare, nemmeno questo, il modo per favorire la “più ampia partecipazione”.
Inoltre, l’assemblea pubblica è stata organizzata dall’Assessorato all’Urbanistica, che nulla ha a che fare con la VAS del PUA, invece che dagli Assessorati al Turismo e Ambiente. Per altro, giusto per continuare nel solco della confusione più totale in cui procede l’amministrazione capitolina, l’Assessorato al Patrimonio sarà quello che gestirà i grandi progetti del Lungomare e che amministrerà le concessioni marittime che sono imprese turistiche, come indicato dalla Delibera di Giunta Capitolina n.144 del 1 febbraio 2024.
“Quello che avrebbe dovuto fare l’Assessorato all’Urbanistica – evidenzia a suo parere il Laboratorio per l’Urbanistica – era coinvolgere i cittadini nella fase di adozione del PUA e non di approvazione che è di competenza regionale. Ma in quella fase ha pensato bene di chiamare solo i rappresentanti delle sigle balneari, alcuni dei quali per altro nemmeno più titolati a rappresentarli.
“Per altro era assente anche la Regione Lazio che sarà quella che finanzierà i progetti sul Lungomare di Roma Capitale ad Ostia. Dunque una confusione mai vista frutto o di incapacità totale o di malafede. Il Comune infatti è l’autorità procedente mentre la Regione è quella competente per la VAS.
“È incredibile che ancora oggi si voglia creare la pianificazione turistica del PUA con quella urbanistica visto che non è uno strumento urbanistico.”
“Infine, LabUr – Laboratorio di Urbanistica ha già chiarito l’estate scorsa che Castelporziano e Capocotta non sono di competenza regionale e dunque sono fuori dal PUA e lo ha confermato anche la Magistratura che finalmente, dopo tanti anni, ha impedito che il Comune autorizzasse, senza alcun titolo, chioschi diventati veri e propri stabilimenti in aree protette. Mentre è di competenza della Regione Lazio l’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno che invece la VAS del PUA non ha inserito fingendo di non conoscerla”
Giusto qualche giorno fa vi abbiamo evidenziato come Labur si sia speso anche nella battaglia riguardante l’intricata vicenda del Termovalorizzatore di Roma.
In un altro nostro approfondimento, vi abbiamo raccontato di come Labur – Laboratorio di Urbanistica e Copx – Rete per la conferenza sui rifiuti del Municipio X, hanno denunciato una serie di importanti irregolarità presenti nel bando di gara per il termovalorizzatore di Roma, che di fatto lo invaliderebbero.
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