Casal Palocco, con la speed gun misura la velocità dei veicoli: “La strada è una pista di decollo” (VIDEO)

La strenua lotta di una residente del quartiere situato alle porte di Ostia per prevenire il dilagante fenomeno dell’eccesso di velocità

Si è appostata lungo il rettilineo di via del Canale della Lingua nei pressi di Casal Palocco e ha misurato la velocità di moltissimi veicoli con punte di 103 chilometri orari in un caso e varie rilevazioni intorno agli 80/85 chilometri orari incluso un motorino che ha toccato i 72 chilometri orari. Martina Battistich non è un vigile urbano in borghese ma una semplice cittadina stufa, come molti altri residenti del quartiere residenziale situato alle porte di Ostia, dei conducenti che scambiano le strade dell’entroterra per vere e proprie piste di decollo.

La strenua lotta di una residente del quartiere situato alle porte di Ostia per prevenire il dilagante fenomeno dell’eccesso di velocità

L’ho fatto con una speed gun, una pistola per rilevare a distanza la velocità di qualsiasi tipo di veicolo e che mi è stata data in prestito da una delle tante associazioni di mobilità sostenibile con cui sono in contatto, anche se si tratta di un dispositivo acquistabile per duecento euro sul web” dice Martina, che si è trasferita sul litorale un paio di anni fa dal centro storico di Roma “dove -precisa- non percepisci come un problema la velocità ma semmai quello delle macchine parcheggiate in  modo selvaggio sui marciapiedi e persino sulle strisce pedonali”.

E invece quello dell’eccesso di velocità si sta rivelando come un problema ingravescente, sia perché è una delle cause principali che provocano incidenti spesso mortali anche nel territorio del comune di Roma, dove lo scorso anno sono decedute 192 persone, sia perché proprio a Casal Palocco all’inizio dell’estate dello scorso anno su un’altra strada del quartiere venne ucciso il piccolo Manuel Proietti di appena cinque anni dalla supercar condotta, per una folle sfida lanciata su Internet dallo Youtuber Matteo di Pietro, che ha recentemente patteggiato una pena di quattro anni e mezzo per omicidio stradale (leggi qui).

Ho voluto cimentarmi in queste misurazioni -spiega la donna- perché ho un’amica che abita su via Canale della Lingua e i cui figli frequentano una delle due scuole che si affacciano su quel lungo rettilineo dove nessuno rispetta il limite massimo di velocità di 30 chilometri orari. Nelle rilevazioni effettuate con la speed gun ho registrato punte di oltre 100 chilometri orari, varie auto a ottanta e settanta e tantissime a sessantacinque, ma nessuna a trenta e neppure a quaranta, di certo neanche una che rispettasse la segnaletica verticale magari sforandola solo di dieci chilometri orari per procedere a un’andatura almeno accettabile”.

Quella che Martina sta combattendo in nome della sicurezza stradale non è frutto di un desiderio di protagonismo ma di una campagna convinta accompagnata anche dallo scambio di messaggi di posta elettronica certificata con i vigili della polizia locale del X Gruppo Mare e con il competente ufficio tecnico municipale.

In una di queste missive la donna ha chiesto che sull’asfalto da poco rifatto di via del Canale della Lingua fosse riportata almeno la linea di mezzeria con una striscia continua che impedisca, fatta eccezione per gli ingressi alle abitazioni, il sorpasso su una carreggiata molto stretta.

Mi hanno risposto che l’obbligo di tracciare questo tipo di segnale scatta soltanto quando ciascuna delle due corsie ha un’ampiezza minima di 2,80 metri mentre quelle da verniciare ne misurano ciascuna 2,70 metri fatta eccezione per l’area situata in prossimità di un semaforo. Ma per me questa è una mancanza molto grave”.

E non si tratta dell’unica lacuna a caratterizzare una strada percorsa anche da molti residenti stranieri, evidentemente ignari delle cattive abitudini del traffico romano, per accompagnare i propri figli a scuola.

Su via Canale della Lingua, infatti, non ci sono marciapiedi e incamminarsi sul bordo della carreggiata è quanto meno un azzardo. Oltretutto si tratterebbe di una strada vietata al transito dei mezzi pesanti e dove, invece, sono presenti ben quattro fermate adibite alla sosta di mezzi di trasporto pubblico di Roma Tpl.

Se non c’è un marciapiede alle fermate come ci arrivi, volando?” chiosa con amara ironia Martina.

Sulle strade dell’entroterra del Lido i limiti di velocità potrebbero essere imposti con misure di prevenzione a basso costo

Eppure le soluzioni a basso impatto economico compatibili con l’esigua capienza delle casse del Campidoglio ci sarebbero

Per tutelare i pedoni -sottolinea Martina Battistich- ci sono molte soluzioni disponibili come gli attraversamenti rialzati che sono già pronti all’uso e costano qualche migliaio di euro e che costringono i veicoli a rallentare moltissimo la loro velocità, oppure i cuscini berlinesi rialzati che non sono ancora stati omologati dal ministero delle Infrastrutture ma che sono in via di sperimentazione nel comune di Bologna”.

Si tratta di dissuasori di velocità calibrati per consentire ai mezzi di soccorso pubblici che hanno un passo più largo di passare attraverso la barriera posizionata perpendicolarmente sulla via senza dover frenare, mentre l’esatto contrario si verifica per i mezzi privati che, avendo l’asse delle ruote più ravvicinato, sono inevitabilmente costretti a decelerare.

Per il momento l’attivista che ha impugnato la speed gun non ha ricevuto risposte concrete. Solo i vigili del X Gruppo Mare le hanno detto di concordare con la costruzione di tratti di marciapiede lungo la via. Ma l’ultima parola ce l’ha comunque l’Ufficio tecnico del Municipio da cui per il momento non è arrivato alcun segnale.

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