Roma, tra i furbetti del Reddito di Cittadinanza oltre 20 appartenenti a note famiglie criminali: la truffa

Arresti domiciliari, carcere e condanne penali, nel curriculum degli oltre 20 furbetti del Reddito di Cittadinanza: truffa per 100mila euro

Altre 23 persone appartenenti a cinque gruppi familiari diversi, sono finite sotto la lente dei controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, finalizzati alla verifica del possesso dei requisiti per la concessione del “Reddito di Cittadinanza”.

Avrebbero beneficiato del sostegno pubblico per una somma corrispondente a circa 100mila euro, senza requisiti e omettendo perfino procedimenti giudiziari a loro carico, misure cautelari e in taluni casi anche condanne. Per tutti è stata verificata l’appartenenza a due note famiglie criminali della Capitale.

Arresti domiciliari, carcere e condanne penali, nel curriculum degli oltre 20 furbetti del Reddito di Cittadinanza: truffa per 100mila euro

L’ennesimo caso di truffa del Reddito di Cittadinanza è stata scoperta in queste ore nella Capitale dai Carabinieri, che si occupando fin dal principio dell’erogazione del sostegno pubblico, delle operazioni di identificazione dei cosiddetti presunti “furbetti” che ne beneficiano senza titolo.

Stavolta a saltate fuori erano state le irregolarità di oltre venti persone, che avevano attivato più approfonditi accertamenti con l’incrocio dei dati presso anagrafe, banca dati motorizzazione e Inps, facendo emergere la loro  appartenenza a due note famiglie criminali della Capitale.

I soggetti sono stati tutti denunciati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante e ora dovranno rispondere dell’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche pari a circa 100mila euro.

Per ottenere il sostegno, avrebbero fornito dapprima dichiarazioni mendaci omettendo di comunicare all’ente erogatore informazioni rilevanti circa la sussistenza dei requisiti per la percezione del reddito di cittadinanza.

Poi, simulando l’esistenza di più persone nei nuclei familiari per ampliare il diritto di percezione, avrebbero perfino omesso procedimenti giudiziari a loro carico.

In particolare per alcuni soggetti, si parla di misure pre-cautelari e cautelari, con restrizioni agli arresti domiciliari e in carcere, e condanne penali che avrebbero ricevuto negli ultimi dieci anni.