Che fine fanno gli SMS inutilizzati? Due società li compravano per rivenderli a prezzi più alti: la truffa

Scoperto mercato illegale di SMS inutilizzati: truffa da 800 milioni di messaggi. Il sistema escogitato da due società di comunicazione

Truffa degli SMS - foto non collegata ai fatti

A chi non aveva utilizzato gli SMS inclusi nel contratto telefonico, veniva prospettata la possibilità di rivenderli tramite apposite app illecite, che consentivano di cederli dietro piccoli compensi.

Peccato che in base agli accordi contrattuali sottoscritti dai clienti con i rispettivi gestori di telefonia mobile, questo passaggio di mano non era assolutamente consentito. Alla base del sistema fraudolento dalla Guardia di Finanza, due società che in due anni tramite app scaricabili da siti non ufficiali, sarebbero riuscite a rimettere sul mercato quasi 800 milioni di messaggi.

Scoperto mercato illegale di SMS inutilizzati: truffa da 800 milioni di messaggi. Il sistema escogitato da due società di comunicazione

Erano arrivate da diversi operatori telefonici le segnalazioni all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dell’esistenza di una serie di app sospette presenti in rete, che consentivano agli utenti di aderire ad un mercato, a loro insaputa illecito, di messaggi sms inutilizzati.

Un business che viaggiava sottobanco e attraverso la rete, che ha fatto scattare le immediate indagini del Nucleo Speciale Beni e Servizi delle Fiamme Gialle del Gruppo Radiodiffusione ed Editoria, e che ha portato allo scoperto il pesante illecito di due società operanti nel settore dei servizi di comunicazione elettronica.

Ecco come funzionava il mercato degli SMS

Gli utenti che aderivano alla promozione, una volta scaricata l’app potevano vendere i messaggi sms inutilizzati rispetto al quantitativo complessivamente contenuto nei pacchetti di offerte sottoscritte con il proprio operatore di telefonia mobile.

Una volta terminata l’operazione poi, questi sms venivano reimmessi sul mercato mondiale, e venduti a società operanti nel settore delle comunicazioni elettroniche (quali aggregatori/reseller e/o fornitori di messaggistica aziendale), per essere riutilizzati nei servizi di messaggistica pubblicitaria o di marketing di tipo Otp ad esempio: il classico numero di provenienza di una password usa e getta.

Un sistema architettato in modo quasi perfetto sul quale le due società avrebbero ottenuto cospicui guadagni dalla successiva commercializzazione degli sms, acquistati illegalmente e rivenduti ad un prezzo superiore, ma con una questione non marginale con cui fare i conti, e cioè che la rivendita di quei messaggini inutilizzati era ed è vietata.

Una volta ricostruita la filiera illegale di commercializzazione dei messaggi sms, è stato possibile risalire alle due società ciascuna delle quali con una funzione precisa.

Coinvolte due società di comunicazione: l’errore che gli è costato 300mila euro di multa

Mentre la prima con sede in Brianza, agiva come «operatore di comunicazione» senza titolo, l’altra di Modena gestiva le applicazioni illecite, e con un ritmo di lavoro tale da commercializzare, secondo la documentazione contabile, circa 800 milioni di SMS nel triennio 2020-2022si cui oltre 200 milioni nel territorio nazionale.

Quando poi i venditori degli SMS pensavano di essere usciti di scena, ci pensavano proprio le app a metterli alla luce facendo apparire i loro numeri di cellulare come provenienza degli sms ceduti.

Sarebbe stato proprio questo gap nel sistema a fare scattare dall’Autorità garante il pesante procedimento nei confronti delle società coinvolte, con una sanzione amministrativa di quasi 300mila euro.