Truffe telefoniche in aumento anche nell’entroterra di Ostia dove sono in azione bande di malviventi senza scrupoli
Truffe telefoniche. L’ennesimo tentativo è stato perpetrato ai danni di un’anziana donna residente nel quartiere di Casal Palocco situato alle porte del Litorale e ad accendere i riflettori su un fenomeno in crescente diffusione anche nell’entroterra di Ostia è il presidente del Consorzio locale, Fabio Pulidori, che invita la comunità a prestare la massima attenzione, soprattutto quando a essere bersagliati da telefonate sospette sono persone di una certa età.
“Non voglio creare allarmismi -dice Fabio Pulidori- ma quello che mi è stato raccontato è un episodio grave, su cui mi sono confrontato anche con i carabinieri della caserma locale che mi hanno confermato come questo genere di episodi sia in crescita costante. Si tratta di bande molto ben organizzate e pericolose. Purtroppo c’è la tendenza a pensare che a cadere nella loro rete siano solo persone distratte oppure sprovvedute e invece non è così. Potrebbe accadere a tutti. Per questo –aggiunge il presidente del Consorzio– voglio fare appello a tutti coloro che nel quartiere hanno genitori o parenti anziani, affinché si adoperino per proteggerli avvertendo i loro cari sui rischi che si corrono”.
Nell’accaduto di cui è venuto a conoscenza Pulidori la vittima, un’anziana ultraottantenne con più figli abitante a Casal Palocco, ha ricevuto da un numero sconosciuto la telefonata di una persona che, chiamandola per nome e cognome, affermava di essere il comandante della caserma di quartiere e le domandava in primo luogo di confermare l’indirizzo di residenza che risultava esatto e pertanto noto all’interlocutore.
A quel punto il presunto ufficiale dell’Arma avvertiva la donna che uno dei suoi figli era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. L’anziana, già in preda al panico, chiedeva comunque di sapere di quale figlio si trattasse esattamente. “Uno di loro” le veniva risposto con tono spazientito dall’altro capo del telefono e dopo insistenze precisato anche che si trattava di “quello con la patente”. “Ma tutti i miei figli ce l’hanno” ha ribattuto la donna che a quel punto, rimproverata per il suo “atteggiamento poco collaborativo e diffidente”, ha ricevuto l’ulteriore minaccia che il figlio lo avrebbe “rivisto soltanto in carcere perché con la sua macchina aveva investito e ridotto in fin di vita una persona”.
Sempre più insospettita la donna, a quel punto, ha riattaccato il telefono e chiamato uno dei figli il quale, dopo aver compreso che si trattava chiaramente di una chiamata con finalità fraudolente decideva di rivolgersi alle forze dell’ordine.
I militari dell’Arma hanno poi confermato che la signora era stata vittima di un tentativo di truffa sventato grazie alla sua prontezza di spirito e, soprattutto, senza aggiungere informazioni che i malviventi avrebbero potuto utilizzare in seguito.
“Se la conversazione con la signora fosse continuata -aggiunge il presidente del Consorzio- questi delinquenti le avrebbero probabilmente passato un finto avvocato subito disponibile a risolvere la brutta situazione in cui si era venuto a trovare il figlio dopo aver mandato un suo incaricato a prelevare i soldi necessari. Tra l’altro, per ovviare alla mancanza di denaro liquido queste persone ignobili precisano che per pagare la consulenza vanno bene anche oggetti preziosi, come oro e gioielli anche perché nel ruolo di falsi corrieri utilizzano complici reclutati in altre regioni e ai quali vengono forniti cellulari con sim usa e getta. Il suggerimento – conclude Fabio Pulidori- è di chiudere immediatamente il telefono in caso di chiamate sospette e di rivolgersi alle autorità per presentare denuncia e metterle così in condizioni di individuare individui senza scrupoli. Criminali capaci di strumentalizzare la paura delle loro vittime anche correndo il rischio di provocare situazioni di stress potenzialmente letali per la loro salute”.