Roma, estradato l’ultimo ricercato per l’omicidio di Petrit Caka a Rocca Priora: si nascondeva in Albania

Quattro gli indagati per l'omicidio del 49enne: l'ultimo arrestato ed estradato, si nascondeva in un zona rurale dell'Albania. Sarebbe uno degli esecutori materiali

nella foto l'abitazione dov'è stato ucciso il 49enne - canaledeici.it

E’ arrivato la scorsa notte all’aeroporto Internazionale di Roma Fiumicino con un volo proveniente da Tirana il cittadino Albanese 30enne ritenuto uno degli esecutori materiali dell’omicidio di Petrit Caka, avvenuto il 13 dicembre del 2022 nel Comune di Rocca Priora.

Quattro gli indagati per l’omicidio del 49enne: l’ultimo arrestato ed estradato, si nascondeva in un zona rurale dell’Albania. Sarebbe uno degli esecutori materiali

Accompagnato dal personale del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia il 30enne era stato già arrestato ai fini estradizionali la notte dell’11 agosto scorso dalla Polizia Albanese, che lo aveva catturato dove si era nascosto subito dopo l’omicidio di Caka, e cioè in una zona di campagna del suo paese.

Le ricerche erano scattate subito, dopo che durante l’arresto degli altri tre soggetti ritenuti complici del 30enne, quest’ultimo era riuscito a darsi alla fuga in Albania.

Da quel momento nei confronti dell’uomo, destinatario della misura cautelare della custodia carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria di Velletri, era stato emesso un mandato di cattura internazionale.

L’attività investigativa del Nucleo Investigativo di Frascati e dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, 2a Divisione Interpol, ha consentito di rintracciare il soggetto e arrestarlo in Albania dove aveva trovato alloggio in una zona rurale.

Con il suo arresto ed estradizione, sono stati tutti catturati i quattro soggetti, gravemente indiziati per l’omicidio del 49enne Petrit Caka, tra cui un complice del cognato della vittima e la sorella, moglie del 49enne che è stato ritrovato ucciso nella sua abitazione all’ultimo piano della palazzina di Rocca Priora dove abitavano con i figli, pieno di ferite inferte al corpo e alla testa.

Un piano criminale che sarebbe stato ideato dalla moglie della vittima, indiziata in concorso per omicidio per precedenti gravi maltrattamenti subiti in ambito familiare, tra le ipotesi investigative.

La donna avrebbe così coinvolto il fratello ed un complice, e il 13 dicembre i due uomini, di concerto con la donna, avrebbero inscenato una finta rapina per uccidere dentro casa Petrit Caka.

In considerazione dello stato del procedimento, tutti gli indagati devono considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva.