Arrestato nel quartiere residenziale situato tra l'Eur e Ostia un italiano di origini napoletane che prestava denaro a usura
E’accusato di aver prestato denaro a usura Vincenzo Riso, 40 anni, originario del napoletano, arrestato questa mattina mercoledì 17 gennaio all’alba, al termine di un’operazione congiunta condotta dalla Polizia di Stato di Ostia e dalla Guardia di Finanza. Secondo gli investigatori l’uomo avrebbe prestato somme di danaro con interessi fino all’800% pretendendo in deposito a garanzia orologi di lusso.
L’ordinanza cautelare è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di un individuo di origini napoletane che ora si trova in carcere ed è indagato per reati di usura e di esercizio abusivo di attività finanziaria.
Il provvedimento giudiziario costituisce l’epilogo di un’attività investigativa sviluppatasi in seguito a un’inchiesta che, nel 2021, aveva portato all’arresto ed alla successiva condanna di un imprenditore del litorale romano per usura.
Dalle indagini condotte dagli agenti del X Distretto di Lido di Ostia e delle fiamme gialle del 6° Nucleo Operativo Metropolitano della cittadina tirrenica era, infatti, emerso che alcune delle vittime del reato avevano ricevuto prestiti anche da un altro individuo originario di Napoli ma anch’egli abitante nel quartiere residenziale situato alle porte del litorale.
Secondo l’ipotesi accusatoria le somme di denaro venivano erogate a persone in situazioni di difficoltà finanziaria e a tassi di interesse elevatissimi, quasi sempre sulla base di un deposito in pegno di oggetti di grande valore: in gran parte orologi di marca Rolex o di altre firme di lusso.
Dagli accertamenti effettuati sui conti correnti di Vincenzo Riso, tra l’altro fratello di una persona sospettata dagli investigatori di essere stata vicina in passato al clan camorristico “Giuliano” (un tempo attivo nei quartieri centrali del capoluogo partenopeo) e su quelli intestati ad altre persone del suo nucleo familiare, sarebbero emersi versamenti e bonifici in entrata di importo anomalo e con causali palesemente collegate all’esistenza di rapporti creditori illegali.
Tutte da verificare, naturalmente, le eventuali connessioni camorristiche dell’attività svolta dal fratello dell’indagato che è tra l’altro, genero di Erminia Giuliano detta “Donna Celeste” e sorella dei capoclan Luigi (detto “o’ Re”), Salvatore (u’ montone) e Carmine (o’lione)
Sulla base degli elementi e dei riscontri documentali acquisiti dal personale del X Distretto della polizia di Stato di Ostia, che ha raccolto anche molte delle testimonianze rese dalle persone vittime delle attività illecite al centro dell’inchiesta, si è conclusa positivamente una prima tappa dell’attività investigativa svolta a carico di Vicenzo Riso. La Procura della Repubblica di Roma ha, infatti, ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo di beni nella disponibilità dell’indagato per un valore di 176.500,00 euro, provvedimento eseguito contestualmente alla misura cautelare personale da parte dalle forze dell’ordine.
Occorre ricordare che qualsiasi persona denunciata, arrestata oppure in stato di fermo ovvero indiziata di reato o indagata nell’ambito di un procedimento penale deve considerarsi innocente sino che venga pronunciata una sentenza di condanna definitiva nei suoi confronti.