Acilia, tempi biblici per l’agibilità della palazzina Ater evacuata a causa di un incendio

Il rimpallo istituzionale sulla responsabilità dei lavori di ripristino dopo l’incendio rischia di mettere in mezzo a una strada decine di inquilini

https://youtu.be/H9KG3P_D9J8
Una fase dell'intervento dei Vigili del fuoco - Canaledieci.it

L’incendio risale al 5 dicembre dello scorso anno, ma i residenti della palazzina Ater di via Marrocchetti a San Giorgio di Acilia, evacuata dai vigili del fuoco a causa di un rogo, sono ormai da 45 giorni costretti a vivere fuori casa. E i tempi per il rientro nei loro appartamenti sono inevitabilmente destinati ad allungarsi perché non è stato ancora effettuato il sopralluogo tecnico propedeutico allo svincolo dell’immobile.

Il rimpallo istituzionale sulla responsabilità dei lavori di ripristino dopo l’incendio rischia di mettere in mezzo a una strada decine di inquilini

Sugli inquilini della palazzina di proprietà dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale che sono ospitati a spese dell’ente regionale presso l’Hotel Cassia pende, oltretutto, la scadenza del termine fissato a venerdì prossimo 19 gennaio entro cui dovranno lasciare l’alloggio loro destinato in via temporanea. Non è stata neppure fissata la data dell’inizio dei lavori di ripristino dell’edificio.

Alla base dei ritardi amministrativi ci sarebbe un rimpallo di responsabilità tra l’Ater proprietaria dell’immobile e il comune di Roma Capitale. Uno stallo istituzionale che, sottolinea in una nota Alessandra Zeppieri, consigliera regionale del Polo Progressista, “non può essere pagato dai residenti e va affrontato nell’ambito di un incontro urgente tra Regione Lazio, Ater e Comune di Roma”.

L’incendio di via Marrocchetti fu con ogni probabilità scatenato da un fulmine che aveva colpito l’abitazione situata al terzo piano di un giovane il quale aveva fatto appena in tempo a uscire di casa scappando di corsa.

Sul posto erano intervenuti i Vigili del fuoco con tre autocarri, un carro scala e autorespiratori, oltre agli agenti della polizia di Stato, a quelli del X gruppo Mare della polizia di Roma Capitale e due ambulanze del 118.

I soccorritori avevano invece dovuto bussare ad un uomo che abitava nell’appartamento sottostante e che, probabilmente, non si era reso conto di quanto stava accadendo.

Durante le operazioni di spegnimento vennero tratte in salvo anche una persona diversamente abile e la sua badante, rimaste intossicate nel proprio alloggio a causa del denso fumo prodotto dalla combustione in seguito a cui, in via precauzionale, erano state evacuate e dichiarate inagibili tutte le abitazioni dell’edificio (leggi qui).

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