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L’omicidio di Alex: Corum Petrow si discolpa: “Ero lì, ma non ho sparato io”

Il primo fermato per l'omicidio di Alex si discolpa. I carabinieri a caccia di tre persone: uno è il killer

Corum Petrow, bulgaro di 24 anni e primo fermato nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso a colpi di pistola l’altra notte a Pantano, si discolpa. “Ero lì all’appuntamento per il chiarimento dopo la lite di altri al bar, ma non sono stato io a sparare”. 

Il primo fermato per l’omicidio di Alex si discolpa. I carabinieri a caccia di tre persone: uno è il killer

Intanto resta in carcere a Velletri a disposizione dell’autorità giudiziaria con l’accusa di concorso in omicidio volontario dopo che nella serata di ieri, domenica 14 gennaio, si è costituito accompagnato da due avvocati in una caserma dei carabinieri.

Ora si cercano tre persone, due uomini che avrebbe fatto partire la raffica di colpi e un cugino di Petrow presente alla lite al bar, avvenuta tre ore prima l’appuntamento chiarificatore.

Una villa, auto e orologi di lusso, e soldi a volontà. Sul profilo social Petrow sfoggia una vita da boss.

Si dispera, invece, il papà di Alex, il 14enne ucciso. “Stavo al lavoro a Firenze quando ho saputo…Ma che ci faceva mio figlio là alle tre di notte? E’ la domanda che continuo a farmi. Durante le vacanze di Natale lo avevo portato in Romania. Non lo avrei mai lasciato a Roma se avessi saputo che non era al sicuro”.

Anche la mamma di Alex è devastata: .“Era il mio trentaduesimo compleanno e mio figlio era qui con me, c’era una festa. Lui non usciva mai di notte. So che era con mio padre e il mio compagno e con altri parenti. Io sono rimasta a casa con gli altri miei due figli. La mia festa era finita”.

La donna quella sera aveva festeggiato coi suoi figli il compleanno, Alex compreso. Ora spera che chi lo ha assassinato almeno si costituisca.

Quando ha sentito le sirene delle ambulanze ha avuto un brutto presentimento”, racconterà poi. È uscita in pigiama, ha fermato le macchine si è fatta portare al parcheggio. “Nessuno mi diceva niente”. Ma poi ha visto tutto coi suoi occhi, si è sentita male, e si è risvegliata in ospedale.

L’errore di persona

Alex sognava di diventare una parrucchiere e amava il calcio e la boxe.

Al momento, la pista che gli inquirenti stanno seguendo riguarda il collegamento col litigio avvenuto qualche ora prima dell’omicidio nel bar in zona Borghesiana tra il patrigno del 14enne e la comitiva di bulgari e non solo e quanto avvenuto alle ore 3 nel parcheggio della stazione Pantano della Metro C, in via Casilina, nel momento del chiarimento dei conti.

È morto tra le mie braccia”, ha raccontato Tiberiu Maciuca, 28 anni, patrigno di Alex. I proiettili erano diretti a lui. C’è stato un errore di esecuzione, come ha anticipato Canaledieci. Chi ha sparato ha sbagliato bersaglio.