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Casa degli orrori di Ardea: Maricetta Tirrito era stata già condannata per reati contro gli anziani

Spunta una nuova vicenda nella quale è coinvolta Maricetta Tirrito, già condannata per reati contro gli anziani con sparizione di denaro

Una nuova vicenda oscura nel passato di Maricetta Tirrito, di cui nessuno sapeva nulla. Una storia che, anche questa volta, vede il coinvolgimento di anziani e la sparizione di denaro. La conclusione, per quella poco tempo dopo diventerà per molti – incredibilmente, visto quanto accaduto – è un decreto penale di condanna di 20 giorni di reclusione e 2mila euro di multa, commutati in 7800 euro di multa, anche se con “sospensione del procedimento con messa alla prova”.

Spunta una nuova vicenda nella quale è coinvolta Maricetta Tirrito, già condannata per reati contro gli anziani con sparizione di denaro

La Tirrito viene riconosciuta colpevole dal giudice delle indagini preliminari Emiliano Picca, che deposita la sentenza il 26 settembre 2016, accogliendo in pieno le richieste del PM Giuseppe Travaglini. Il reato addebitatole è di appropriazione indebita aggravata in concorso.

Ma ricostruiamo la vicenda. Tutto ha inizio nel 2015, quando la donna ricopre il ruolo di direttrice di un’importante casa di riposo situata sul lungomare di Torvaianica. È lei a gestire la parte economica della struttura: il proprietario, che ha anche altre case di riposo in località diverse, si fida completamente. Quanto descritto come esperienza pregressa al momento dell’assunzione – unito all’abile modo di fare – hanno convinto l’uomo dell’affidabilità e della serietà della Tirrito, tanto da lasciarle praticamente carta bianca.

Ad agosto di quell’anno, però, nel corso delle verifiche relative alla stesura del bilancio provvisionale, la responsabile della contabilità capisce che qualcosa non torna nei conti: mancano infatti circa 60mila euro dalle rette degli anziani pazienti della casa di riposo di Torvaianica, tra assegni, contanti e spese non documentate. Una cifra troppo consistente per passare sotto silenzio.

La gestione degli incassi, come spiegato nella denuncia che verrà poi presentata nella caserma dei carabinieri di Torvaianica il 19 ottobre 2015, era “devoluta alla direttrice della struttura, sig.ra Tirrito Maricetta”. E sempre secondo quanto riporta la querela – era lei che, una volta incassati gli assegni dai pazienti ospitati nella casa di riposo, che informava la responsabile della contabilità, per la successiva registrazione del pagamento ricevuto. Per quanto riguardava le somme percepite in contanti, si legge nella denuncia, “la signora Tirrito provvedeva a registrarle sui fogli di cassa, dove annotava le spese eseguite. In buona sostanza la stessa provvedeva a registrare, in entrata, tutte le somme in contanti ricevute, e in uscita tutte le spese in contanti, che sosteneva per la struttura”.

Ma, appunto, ad agosto nell’ufficio contabilità si accorgono che i soldi che sarebbero dovuti essere in banca nel periodo compreso da gennaio ad agosto in realtà non ci sono.

“Maricetta, sempre quanto riporta la denuncia, terminati i controlli interni viene quindi convocata nell’ufficio contabilità per avere spiegazioni, che però non convincono la responsabile, la quale dà incarico a un’altra persona di verificare la documentazione dell’intero anno e non solo quello del mese di agosto. Quest’altra persona è l’unica autorizzata a “inserire e/o modificare dati all’interno della contabilità”.

Ma da quel momento, si legge nel documento, “I rapporti tra la stessa e la signora Tirrito Maricetta si andavano sempre più incrinando”.

Quando l’incaricata inizia il suo lavoro di controllo, succede poi qualcosa di molto strano. “La stessa si attivava – riporta la denuncia – ma stranamente la notte dell’11.10.2015 ignote persone davano fuoco all’ufficio contabile della struttura dove lavora la signora”.

Per visionare i documenti contabili, allora, l’incaricata “Andava nell’ufficio della signora Tirrito Maricetta per una migliore verifica al registro di cassa, tenuto da quest’ultima nel suo computer, riscontrando che detto computer era stato svuotato del suo contenuto. In buona sostanza, il computer era vuoto di qualsiasi documento riferito alla struttura”, riferisce la denunciante ai carabinieri”.

Ma, nonostante tutto, alla casa di riposo sono riusciti a trovare alcuni documenti da consegnare agli inquirenti, anche se non tutti quelli che cercavano.

I gestori, infatti, avevano denunciato inizialmente un ammanco di oltre 60mila euro, ma il Gip ha riconosciuto che la Tirrito “Si appropriava della somma di euro 30.128 ricevuta in contanti dai parenti dei degenti a titolo di corrispettivo per la degenza e non versata’”.

Molta della documentazione cartacea sarebbe infatti andata distrutta nell’incendio. A distanza di oltre 7 anni, non risulterebbero ricorsi alla decisione presa dal giudice delle indagini preliminari Emiliano Picca, facendola così diventare sentenza.

Un’altra vicenda oscura, quindi, di cui non si è saputo nulla forse perché il giudice aveva deciso “La sospensione del provvedimento con la messa alla prova” in data 23 settembre 2016; messa alla prova della quale esiste l’avviso per la procedura, ma per la quale non vi è certezza che tale procedura sia stata avviata dalla Tirrito. La vicenda, in ogni caso, non ha impedito alla donna, negli anni seguenti, di continuare a lavorare con gli anziani.