Via di Castel Fusano dove non esistono più i pini del set di “Un americano a Roma” (VIDEO)

La lunga fila di pini immortalata nel film con Alberto Sordi è scomparsa nello scenario degno di una zona bombardata

Lo sfondo alberato di quella strada degli Anni Cinquanta dove filari di pini ancora giovani delimitavano i due lati della carreggiata non esiste più. Di quell’immagine epica di via di Castel Fusano, dove Nando Moriconi l’indimenticabile protagonista affetto da esterofilia per il made in Usa e interpretato da Alberto Sordi nel film “Un americano a Roma”, per la regia di Steno, restano solo tronchi di alberi secchi, uccisi dall’incuria più che dalla cocciniglia tartaruga e fatti a pezzi dalle motoseghe del servizio Giardini del Comune di Roma.

La lunga fila di pini immortalata nel film con Alberto Sordi è scomparsa nello scenario degno di una zona bombardata

Sembra di trovarsi sullo scenario degno di una pellicola di guerra e non più nel bucolico teatro che fece da sfondo a una delle più celebri gag di una delle pellicole più riuscite della commedia all’italiana.

Ecco Sordi sorpassare e poi fermare l’auto diplomatica di gran lusso, in sella alla motocicletta su cui viaggia anche Maria Pia Casilio nei panni della fidanzata Elvira che ha fretta di arrivare all’appuntamento preso sul litorale e che, con un forte accento romanesco dice: “A Nando nun perde tempo che ci aspettano a Castel Fusano!”. “Modera modera Elvi’ abbiamo la fortuna di conoscere due ammericani, questi ci hanno pure la bandiera vengono da Washington”.  Poi l’attore comico romano, dopo aver baciato il cofano della vettura si presenta agli occupanti con il berretto a visiera e lo stellone che imita un’improbabile guardia in motocicletta a stelle e strisce.

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1953, ai lati dei protagonisti di “Un americano a Roma” sfilano i pini di via di Castelfusano

Polizia del Kansas City… Tu voi er pesce, er pesce de fiume ammerica?”. Il dialogo assume contorni surreali mentre Elvira si scalda e, sempre seduta sul sellino sbotta: “Nando ma te voi spiccià? Che stai a fa l’imbecille?

Ma l’americano vero insiste. Vuole sapere dove trovare un buon ristorante in cui consumare pesce mentre Sordi, nel suo inglese maccheronico, cerca di accontentarlo. “Attention, attention you segui sempre la tua mano nun te poi sbajà, alla right, all right, ma nun andà a destra che c’è il burrone della Marranella”.

Al che l’auto diplomatica riparte e, avendo capito esattamente il contrario, lascia via di Castel Fusano e prende con decisione la traversa che si trova proprio a destra. “Ma che stai ad andà a destra ammerica? Stai attento che c’è il burrone della Marranella, oddio quello s’ammazza…”.

Ma quelli erano altri tempi. I tempi di un’Italia abituata alla presenza dei soldati americani che l’avevano liberata e ora tornavano nelle loro camicie a fiori come turisti innamorati perdutamente di un Paese in cui pochi anni prima decine di migliaia di ragazzi provenienti da Oltreoceano avevano perso la vita durante la campagna per la conquista della fortezza Europa iniziata il 9 giugno del 1943 con lo sbarco in Sicilia.

Come era via di Castel Fusano negli Anni Cinquanta e come è stata ridotta dall’incuria che ha condannato a morte centinaia di alberi dal grande ombrello

E via di Castel Fusano era un ridente palcoscenico di campagna. Nulla a che vedere con la devastazione in cui giace ormai da diverso tempo, ma che ha avuto una forte accelerazione proprio nelle ultime settimane quando, a causa delle forti tempeste di vento che si sono abbattute anche sul litorale alberi di pino, ormai irriconoscibili rispetto a quando furono immortalati dalla macchina da presa di Steno, sono crollati al suolo costringendo l’amministrazione locale a chiudere la strada per quasi un mese e consentire così l’abbattimento di una prima serie di quasi 200 alberi che dovranno essere rimossi perché ormai pericolanti e insidiosi, sia per il transito dei veicoli, sia per gli abitanti della zona (leggi qui). La Longarina, Stagni di Ostia e un poco più a nord il borgo medievale di Ostia Antica. Aree in quel lontano passato disabitate dove le case sono sorte come funghi anche sotto la spinta dell’abusivismo edilizio.

Quelle immagini in bianco e nero riportano l’immaginazione a una realtà ormai dimenticata ma ben presente alla memoria di Elvira, la fidanzata di Nando Moriconi, al secolo Maria Pia Casilio, nata a Castelnuovo in provincia dell’Aquila e morta a Roma a 76 anni il 10 aprile del 2012 e i cui funerali si tennero il giorno seguente nella non lontana chiesa di San Timoteo a Casal Palocco.

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