Guidonia, riscuote un buono postale fingendosi la sorella morta: arrestata

Arrestato anche il figlio della donna morta: aveva accompagnato la zia a riscuotere il buono fruttifero fingendo di stare con la madre

Lo straniero arrestato dai carabinieri
Immagine di repertorio

Va a riscuotere alla Posta un buono postale della sorella morta spacciandosi per lei, viene arrestata assieme al nipote che l’accompagnava.

Arrestato anche il figlio della donna morta: aveva accompagnato la zia a riscuotere il buono fruttifero fingendo di stare con la madre

E’ andata decisamente male a una anziana di Guidonia e al nipote che l’ha spelleggiata il tentativo di recuperare i soldi di un buono fruttifero intestato alla sorella di lei e alla mamma di lui e morta qualche settimana prima. Perché se è vero che quei soldi spettavano a loro, agli eredi, di certo non potevano certo essere riscossi col tranello.

L’arresto

L’epilogo: la donna di 68 anni e il nipote di 37 anni sono stati arrestati praticamente dai carabinieri della Tenenza di Guidonia Montecelio.

I fatti risalgono a un paio di giorni prima di Natale all’ufficio postale di via Gabelli a Guidonia Montecelio dove zia e nipote si sono presentati per riscuotere un buono postale fruttifero dal valore di 1000 euro.

Il buono era tuttavia intestato alla madre dell’uomo – sorella della donna – morta da poche settimane.

Per aggirare le leggi sulla successione ereditaria, l’anziana ha mostrato il documento d’identità della sorella, sperando di riuscire ad ingannare i dipendenti dell’ufficio postale che, insospettiti, hanno invece subito allertato il 112, il numero unico per le emergenze.

Giunti sul posto, i militari hanno verificato la reale identità della donna, arrestando lei ed il nipote in flagranza dei reati di tentata truffa e falsa attestazione a pubblico ufficiale sull’identità in concorso.

Su decisione della procura di Tivoli per i due poi sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il GIP di Tivoli, chiamato a pronunciarsi sulla vicenda, ha convalidato gli arresti.

Zia e nipote così sono stati costretti a trascorrere il Natale in casa in stato di arresto e senza quei soldi a loro “spettanti”.