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Appalti Anas, 5 arresti per corruzione: ai domiciliari pure il figlio di Denis Verdini

Al centro dell'inchiesta appalti per i lavori in alcune gallerie: si indaga per corruzione e turbativa d'asta

Corruzioni e appalti pilotati, anche grazie alle soffiate di due manager di Anas. Ruota attorno ad appalti da 180 milioni di euro per il risanamento di gallerie l’inchiesta della Guardia di Finanza di Roma che oggi ha portato agli arresti domiciliari 5 persone, tra cui Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis anch’egli finito nel registro degli indagati.

Al centro dell’inchiesta appalti per i lavori in alcune gallerie: si indaga per corruzione e turbativa d’asta

La stessa misura cautelare è stata disposta dal gip di Roma per altre quattro persone – 3 imprenditori e un secondo responsabile di una società di consulenza oltre Verdini junior – mentre per un funzionario e un dirigente di Anas sono scattate le misure interdittive di 12 mesi dalle funzioni.

I reati contestati, secondo le posizioni, sono corruzione e turbata libertà degli incanti.

L’inchiesta è scaturita dalla denuncia presentata a piazzale Clodio da un ex dirigente dell’Anas nel 2021.

Il nome di Verdini junior, che è a capo della società che si occupa di lobbyng Inver, era finito nel registro degli indagati nel luglio dell’anno scorso.

Le accuse

Al momento delle notifiche delle misure i 7 indagati sono stati anche sottoposti a perquisizione domiciliare.

L’impianto accusatorio dei magistrati di piazzale Clodio pone al centro della presunta attività illecita la Inver di Verdini Junior accusata di facilitare una serie di ditte nel partecipare e vincere appalti banditi da Anas grazie all’accesso ad informazioni riservate.

Coinvolti due dipendenti Anas

Per l’accusa i due manager di Anas avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche – fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro.

Le utilità promesse sarebbero consistite nell’intervento dei consulenti arrestati per far ottenere ai funzionari indagati avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.

La ricostruzione

Il gip afferma che “dalle indagini è emersa la sussistenza di un sistema corruttivo forte e stabile che ha portato ad una turbativa delle gare per importi milionari”.

Nell’ordinanza si afferma che le persone finite nel registro “erano in grado (anzi sono stati in grado) grazie ai loro ‘agganci politici e conoscenze all’interno di Anas’ e ad un sistema di scambio di reciproci favori, di avvantaggiare i propri clienti nell’aggiudicarsi gare”.

Nel corso dell’attività di indagine dei finanzieri sarebbe emerso che “Denis e Tommaso Verdini insieme con altri indagati a seguito delle perquisizioni subite si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società per mettersi al riparo dalle conseguenze penali del loro agire illecito”.

Nb: Si ricorda che l’indagine è ancora nella fase preliminare e sia gli arrestati che gli indagati non possono essere considerati colpevoli.