Roma, reati di pornografia minorile: 49enne convocata dal Tribunale ma la lettera è un bluff 

"Sei indagata di cyberpornografia ed esibizionismo": il bluff della convocazione firmata dalla Polizia giudiziaria

Con l’ondata di attacchi hackers, sono ripartite in queste ore anche le truffe online che arrivano sotto la veste di convocazioni in tribunale per i peggiori reati immaginabili. Quelli imputati ad una 49enne di Roma, che ha ricevuto sulla sua posta personale l’inquietante lettera firmata da una direttrice fasulla di un altrettanto fasulla direzione di polizia giudiziaria della  “brigata di protezione minori” sono addirittura contro i minori.

“Sei indagata di cyberpornografia ed esibizionismo”: il bluff della convocazione firmata dalla Polizia giudiziaria

Pornografia infantile, cyberpornografia, esibizionismo e pedofilia, questi i reati in cui sarebbe coinvolta una donna di 49 anni di Roma, e su cui starebbe indagando la Polizia Giudiziaria della brigata per la protezione dei minori.

Reati gravissimi sui quali intervenire perfino con il supporto di una legge (la n° 2007-293 del 5 marzo 2007 del codice penale), ma che è un totale bluff come la nota di convocazione ricevuta, piena di dettagli che potrebbero arrivare ad imbrogliare più di qualcuno.

Quella lettera così ridondante però, non ha assolutamente convinto Maria (non inventato) che in queste ore sta provvedendo a segnalare il documento alla Polizia postale, mentre ha deciso di diffonderlo anche alla nostra redazione con il testo completo, e l’unica omissione rappresentata dai nomi di due persone sconosciute, coinvolte loro malgrado nella truffa.

Sono la signora N. C., Direttore del Dipartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Capo della Brigata per la protezione dei minori (BPM).
Ti contatto poco dopo un sequestro informatico di infiltrazione informatica.
Autorizzato, in particolare in materia di pedopornografia, pedofilia, cyberpomografia, esibizionismo, traffico sessuale dal 2009.
Siete oggetto di numerosi procedimenti legali in vigore Pornografia Infantile; pedofilia; esibizionismo, Cyberpornografia. Per tua informazione, la legge n° 2007-293 del 5 marzo 2007 del codice penale, aumenta le pene quando le proposizioni, le aggressioni sessuali o gli stupri potrebbero essere stati commessi utilizzando Internet e tu hai commesso i reati dopo essere stato preso di mira internet (sito pubblicitario), poi durante gli scambi di posta elettronica. Le tue foto di nudo che invii a minori tramite il tuo indirizzo IP sono state registrate dal nostro cyber poliziotto e costituiscono una prova dei tuoi reati. Sei pregato di farti sentire via email scrivendoci le tue giustificazioni affinché vengano messe in esame e verificate al fine di valutare le sanzioni; questo entro un termine rigoroso di 72 ore”

Secondo tale termine la signora Maria avrebbe anche le ore contate, rischiando quanto segue: “Saremo obbligati a inviare la nostra denuncia al Sig. E. B. L. Procuratore della Repubblica di Milano e specialista in cybercrime per redigere un mandato di cattura nei vostri confronti, inviarlo alla polizia più vicina al vostro luogo di residenza per il vostro arresto e denunciarti come molestatore sessuale”.

A mostrare poi quanto il livello di questi bluff deliranti, sia impostato per terrorizzare anche chi non ha niente da temere, c’è infine l’immancabile minaccia che si ritorce sulla persona a livello sociale e familiare per i presunti reati compiuti dell’indagato/a: “Il file verrà anche inviato ai media per la diffusione dove la tua famiglia, i tuoi cari e tutta l’Italia vedranno cosa stai facendo davanti al tuo computer o cellulare. Ora sei stato avvisato.

Un inequivocabile bluff che si presenta in un formato sempre più “credibile” e da infarto, se casi del genere non si fossero già verificati, da cui diffidare e da far finire invece all’attenzione della Polizia Postale (quella vera), anche quando la paura di ritorsioni ci attanaglia.