Tivoli, violenza domestica e atti persecutori: la Procura interviene con urgenza per due donne grazie alla nuova legge contro la violenza di genere
Sono stati convalidati in queste ore dal Giudice per le indagini preliminari di Tivoli, due provvedimenti adottati nei giorni scorsi sulla base della legge sul Contrasto alla violenza domestica ai danni delle donne, e applicati per tutelare due vittime risultate a serio rischio per la loro incolumità.
E’ stato infine disposto dalla Procura della Repubblica di Tivoli, l’allontanamento urgente dalla casa familiare, con divieto di avvicinamento, nei confronti di L.F. resosi responsabile di diversi reati tra cui gravi maltrattamenti ai danni della moglie alla presenza dei figli.
Il procedimento è stato avviato ieri giovedì 14 novembre, dai Carabinieri e Polizia di Stato della Sezione della Procura specializzata nel contrasto alla violenza di genere e Carabinieri della Stazione di Monterotondo, che dopo aver ricevuto una segnalazione sulla condotta dell’uomo, hanno raggiunto e raccolto la versione dei fatti della donna, vittima di maltrattamenti.
E’ stato così che il PM ha potuto accertare l'”escalation” del comportamenti violenti dell’indagato, che con gli ulteriori e più recenti maltrattamenti a danno della donna, hanno indotto quest’ultima a chiedere aiuto, per un’incubo definito: “Una condizione di soffocante controllo cui è sottoposta la donna e, dunque, sul concreto e attuale pericolo che incombe sulla stessa”.
Per questo anche sulla base delle nuove disposizioni, è stato possibile emettere il provvedimento urgente per il pericolo imminente, perché stando a quanto stabilito dal Giudice: “per la natura stessa dei delitti in contestazione, non sono prevedibili i tempi delle violenze fisiche e psicologiche, in presenza di convivenza e di uno stato tale di controllo, che ha reso possibile alla persona offesa stabilire i contatti con le autorità solo con modalità articolate. Il che dimostra l’attuale assenza di libertà di autodeterminazione da parte della persona offesa”.
Il quadro descritto dalla vittima è stato tale da ritenere la sussistenza proprio di quel “rapporto di gerarchia e di potere, dunque di sopraffazione di un soggetto sull’altro”.
Sono stati i Carabinieri di Palestrina invece ad arrestate lo scorso 12 dicembre, D.T. gravemente indiziato del reato di atti persecutori ai danni dell’ex coniuge.
A denunciare i comportamenti da stalker era stata la donna, che aveva raccontato alle forze dell’ordine prime a poi al Giudice, di aver subito una vera e propria persecuzione da parte dell’ex marito, con l’invio di una quantità innumerevole di messaggi su Whatsapp, con tono minaccioso in cui l’uomo era arrivato a dirle di volerla uccidere e portarle via tutto, accusandola di alcune condotte non gradite.
Dalle ore 21:58 dell’11.12.2023 e fino alle ore 04:20 del 12.12.2023, D.T. non avrebbe dunque fatto altro che inviare messaggi all’ex moglie e poi alla figlia, aumentando ancora di più il terrore nella donna, per sé e per i figli.
Presa visione dei messaggi inviati poco prima del momento in cui la donna si era recata dai Carabinieri, il Giudice ha potuto applicare la nuova normativa, la cosiddetta flagranza differita, che i tal caso ha considerato il reato come se fosse stato commesso in quel momento dall’uomo davanti ai Carabinieri.
Nel rispetto dei diritti dell’indagato, questi è da considerarsi innocente fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza.