Roma, confisca per un milione a 3 fratelli: chi sono

Per l'antimafia i tre fratelli si sarebbero arricchiti con l'usura e le estorsioni: scatta la confisca

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La fortuna sarebbe stata racimolata con l'usura. Foto di archivio

Case e contanti sequestrati diventano di proprietà dello Stato. Si aggira sul milione di euro l’ammontare dei beni confiscati oggi dalla Polizia di Stato a Roma a tre fratelli ritenuti vicini a una famiglia di ‘ndrangheta che, nella capitale, si sarebbero arricchiti taglieggiando, col metodo mafioso, ambulanti e commercianti.

Per l’antimafia i tre fratelli si sarebbero arricchiti con l’usura e le estorsioni: scatta la confisca

Il provvedimento di confisca è stato emesso ai sensi del Codice Antimafia dal Tribunale di Roma-Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore.

Lo scorso novembre, nel corso di una operazione finalizzata a contrastare l’accumulazione illecita di patrimoni da parte di organizzazioni criminali, erano stati sequestrati ai 3 fratelli di origini calabresi – Giuseppe, Francesco e Carmine Piromalli, 57, 55 e 47 anni – stanziatisi nella capitale da lungo tempo, beni e contanti per un valore complessivo di circa 1 milione di euro. Beni che ora con la confisca diventano di proprietà dello Stato.

Si tratta di 6 appartamenti, 5 a Roma e uno a Siderno, in provincia di Reggio Calabria: 100mila euro in contanti; una polizza assicurativa del valore di 80.000 euro.

Con lo stesso decreto, per l’attuale ed elevata pericolosità sociale di tutti e 3 i fratelli, è stata altresì disposta l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per la durata di 2 anni.

L’usura

I tre fratelli sono ritenuti in contatto con diversi ambienti malavitosi, anche di matrice ‘ndranghetista, e già condannati in via definitiva per attività criminali legate al traffico di stupefacenti e ad altri gravi reati.

Nella primavera del 2021 erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione denominata “Alberone”, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, per aver costituito un’organizzazione, operante proprio nel quartiere San Giovanni – Alberone, dedita ai delitti di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, con estorsioni nei confronti della vittime contro le quali, in caso di mancati pagamenti, venivano organizzate vere e proprie spedizioni punitive.

Le indagini patrimoniali, avviate nel 2021 dagli specialisti della Divisione Anticrimine, hanno abbracciato l’arco temporale di circa un trentennio ed hanno permesso di accertare, nei confronti dei 3 fratelli, un’assoluta sproporzione tra i beni, nella loro diretta o indiretta disponibilità, il tenore di vita condotto e i redditi dichiarati al fisco.